Regia di Duncan Jones vedi scheda film
Dove siamo adesso ? Siamo sul lato oscuro della luna (the dark side of the moon) dove l' uomo ha scoperto una nuova fonte di energia in grado di approvvigionare e soddisfare il 70% dell' intero fabbisogno del pianeta Terra. Si tratta dell' elio-3 (HE3), sostanza che viene puntualmente estratta ad opera di un apposito impianto costruito sul satellite lunare dalla solita multinazionale di turno. A gestire e controllare le operazioni di questa installazione extra-terrestre troviamo l' umano Sam Bell ed il computer Gerty. Abbandonato ad un isolamento forzato, intervallato da rari contatti via etere con familiari e datori di lavoro, l' uomo convive con la macchina in uno stato di alienazione crescente. Arrivato allo scadere del proprio contratto di tre anni ed in prossimità di essere sostituito, Sam rimane coinvolto in un brutto incidente all' esterno della base durante un controllo di routine e come se niente fosse, si risveglia direttamente in infermeria in preda ad una lieve amnesia che non gli permette di ricordare l' accaduto. Gerty lo accudisce e lo rassicura affinchè si rimetta e possa riprendere a lavorare normalmente ma la curiosità ed alcuni sospetti relativi alla "sincerità" del computer lo spingono a verificare le dinamiche dell' infortunio ed è con immensa sorpresa che, giunto sul luogo dell' avvenimento, Sam si ritrova di fronte ad un altro uomo gravemente ferito ma ancora vivo che però ha le sue medesime sembianze. Duncan Jones, figlio di David Bowie, per il suo debutto su grande schermo, scrive e dirige un film di fantascienza come non se ne vedevano da anni. Girato con un budget modesto e completamente privo di effetti speciali, "Moon" è un film di atmosfere, di sceneggiatura e di recitazione ; un film che gode di un impatto visivo notevole e che si avvale di scenografie, fotografia e luci ineccepibili. Una pellicola che rimanda a precedenti illustri quali "Solaris", "2001" ed "Atmosfera zero" ma che possiede un' anima ed un fascino tutto suo, forte di uno script intelligente ed attuale che tocca temi importanti e non banali quali la clonazione, l' impietosità dell' interesse economico, la mancanza di etica ed il sacrificio. Come se non bastasse, Jones gira con gusto e sicurezza invidiabili, governando i tempi alla perfezione e gestendo pathos e tensione senza mai strafare, senza mai abbandonare il suo strepitoso protagonista, Sam Rockwell, che qui offre un' interpretazione solista di grande effetto nel difficile ruolo di un personaggio "multiplo", perennemente in scena e mattatore assoluto di un film dove l' unica spalla è quel computer che ricorda il vecchio Hal 9000 ma che qui si esprime attraverso emoticons vari e parla con la voce di Kevin Spacey (e del suo doppiatore italiano che, in definitiva, non è affatto male). Gli scambi chiarificatori fra i due svelano un inquietante rapporto dove è la macchina a crescere l' uomo e non il contrario ma le emozioni più forti arrivano di fronte alle rivelazioni che portano Sam a prendere una straziante coscienza di sè e soprattutto del proprio destino. In conclusione, al figlio dello starman per antonomasia, non poteva andare meglio: un esordio folgorante che guarda sapientemente e saggiamente al passato.
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