Regia di Duncan Jones vedi scheda film
Un Mi sdoppio in quattro finemente clonato (tanto per restare in tema) in un’accattivante location lunare come esordio per il figlio di David Bowie ( con un one man show, Sam Rockwell, che se la cava alla grande) e che fa ben sperare per il futuro… certo non bisogna stare a porsi troppe domande sulla plausibilità del tutto ma non è quello il tema su cui riflettere. Ultimamente solo questo Moon e District 9 hanno ribaltato i ruoli predefiniti di certa fantascienza sempre più omologata, e perdoniamo volentieri ogni svarione. Il messaggio è più sofisticato: c’è da lambiccarsi a fondo su chi siamo e per quanto tempo lo siamo e lo vogliamo essere, c’è da rimuginare sulle cose che contano nella nostra vita e quanto tempo gli dedichiamo, c’è da meditare sullo s(S)pazio che (ci) concediamo, c’è da ricordare perché ci muoviamo, in base a quali istinti, quali necessità, quali doveri, e c’è da ponderare sul come ci conosciamo e quanto ci piacciamo.
E, non ultimo, c’è da giudicare se sia meglio Hal 9000 o Kevin Spacey, (per quanto rozzo ed emoticonato come un Nokia da 19,90 euro).
Io voto per Spacey.. eh eh…
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