Regia di John Hillcoat vedi scheda film
Un film cupo e profondo, disseminato da simboli da saper leggere anche se talvolta potrebbe dare la sensazione di perdere il pathos narrativo con lo spettatore.
Film cupo e riflessivo verso l'essere uomo, da vedere, anche se con dei limiti.
Comunque nonostante alcuni limiti probabilmente uno dei più "profondi" di quelli della serie di ambientazione post atomica... forse per questa sua impostazione intimista a taluni può risultare un po'piatto ma in realtà segue i ritmi dell'animo.
Infatti fra i suoi primi scopi non sembra esserci la difficoltà della sopravvivenza delle persone, ma quella dell'animo degli uomini ed in questo senso va letto il finale con il bambino che trova accoglienza... un segno di speranza dell'unica persona che ha fiducia nell'uomo dove tutti gli altri sono ossessionati dall'essere seguiti.
Questo finale è preceduto dal volo dello scarabeo unico animale vivo (evidentemente scelto per il suo significato che in iconografia si può interpretare nascere o divenire) il finale inoltre è seguito da delle voci di bimbi fuori campo dopo i titoli di coda.
Si tenga presente inoltre il continuo ribadire di essere dei portatori del fuoco che altro non è che un rimando a Prometeo con il significato di esprimere l'esigenza umana di superare il livello puramente istintuale dell'esistenza (rappresentato dal cannibalismo diffuso).
Insomma un film disseminato da simboli da saper leggere anche se forse questa "migrazione" verso sud appare un po'troppo palesemente come un pretesto per raccontare altro perdendo in fin dei conti il pathos narrativo con lo spettatore.
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