Regia di John Hillcoat vedi scheda film
è un film che più che dolente, mi sembra deprimente. oltre alla prima parte il film di hillcoat non mi ha mai veramente comunicato un senso di disagio nei confronti di quella che un domani potrebbe essere una realtà possibile. anzi nella seconda parte che scivola al finale ho provato anche un pò di noia. ci sono momenti veramente molto validi, su tutti, quello della bella villa con la botola della cantina chiusa col lucchetto che ancora a pensarci mi vien male, dove dopo tanto tempo mi sono portato entramb le mani alla bocca e con gli occhi sbarrati mi ripetevo "non è possibole, non può essere vero", e anche quando il personaggio della theron si defila dallo schermo, però sono momenti in un film che oltre ad una buona fotografia, a belle scenografie naturali e ricreate, da proprio l'impressione di un film che non si è riusciti materialmente a fare come si doveva o si voleva. un film dalle buone intenzioni non andate a buon fine. eppure il soggetto del pericolo di un perenne ritorno ad un'età in cui ci si potrebbe ridurre a darsi la caccia vicendevolmente direi che è più che attuale. l'imbarbarimento umano non è fantascienza, l'imbarbarimento è attualità da sms sul cellulare. qualcosa di cui avere veramente paura. è un pò la sensazione che si prova a vedere viggo che deve difendere il figlio da un barbaro quando vengono scoperti. un animale che vede nell'altro animale cibo per sopravvivere. l'uomo come il marito di sarah polley nel rifacimento di DAWN OF THE DEAD, costretta a fuggire da colui che fino alla sera prima amava e di cui si fidava ciecamente. sensazioni forti come la scena della theron che abbandona il film e il mondo per non dover arrivare all'inimmaginabile per il figlio. diciamo che il film di hillcoat poteva essere come la scena in cui scott h reiniger resuscita in dawn of the dead, ma si è fermato all'idea. un'ottima idea, che tratta da un mito della letteratura contemporanea poteva essere sicuramente meglio.
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