Regia di John Hillcoat vedi scheda film
L'apocalisse si è portata via tutto:anche i colori che fanno di questo pianeta un luogo meraviglioso in cui vivere,nonostante venga da noi tutti maltrattato ogni giorno.Pochi esseri umani dispersi in un mare di nulla avvolto dalla nebbia vagano alla ricerca disperata di cibo.La solitudine domina incontrastata nel silenzio rotto talvolta da rumori di armi.E'questa l'America di The road,figlia naturale e degenere di quella sabbiosa di Non è un paese per vecchi(stessa matrice letteraria Cormac McCarthy).La società è stata smembrata anche nella sua unità minima funzionale la famiglia:noi vediamo un Padre che cerca di insegnare l'arte della sopravvivenza a un Figlio troppo tenero e insesperto per vivere da solo(e non esiterebbe un solo istante a ucciderlo con una pallottola in fronte se la ritenesse la scelta migliore per evitare sofferenza al piccolo).Una famiglia ristretta,disastrata,perchè la Madre ha scelto un'altra strada,quella di morire per non andare incontro a un percorso di sofferenza.Un atto di codardia il sottrarsi.Il film di Hillcoat ci consegna qiuindi un duplice messaggio:da una parte che bisogna ripartire dalla famiglia per ricostruire l'humus che costituisce il basamento di una società che si possa fregiare di questo nome.Dall'altra parte ci si domanda che cosa distingue,che cosa renda peculiare l'uomo rispetto agli altri animali.Se per Aristotele l'uomo si distingue dagli altri animali perchè l'unico ragionevole,in McCarthy(e conseguentemente nel film di Hillcoat)è persa questa linea di demarcazione tra uomo e animale.L'uomo diventa schiavo del suo istinto di sopravvivenza che si traduce nel fare di tutto per continuare a vivere:rubare cibo agli altri,uccidere e se non c'è altro anche mangiare i propri simili.L'uomo è animale tra gli animali e sicuramente anche il più crudele.L'intelaiatura del film di Hillcoat è abbastanza convincente mentre convincono poco alcune accelerazioni action durante il film(parziale concessione agli studios hollywoodiani alle prese con una creatura insolita e fuori dai propri schemi proprio perchè antispettacolare?),i flashback che cercano di diradare l'atmosfera plumbea del film e qualche orpello di troppo qua e là soprattutto nell'uso delle musiche che invece di toglierlo(come è auspicabile in un film del genere) aggiungono respiro alla narrazione,concededo una sorta di tregua nel clima asfissiante che caratterizza la pellicola.The road a suo modo racconta la speranza di una rinascita partendo da radici putride,racconta forse in maniera un pò troppo concisa un rapporto padre figlio da cui ripartire,in modo per nulla consolatorio ci narra di un mondo brullo e inospitale che deve essere riaddomesticato e soprattutto di nuovo riempito di vita.E il finale sta a indicare che la fiamma della vita è flebile,ma c'è.Nonostante la recente moda hollywoodiana di dedicarsi all'apocalisse il film di Hillocoat risalta.Anche se imperfetto è oggetto anomalo e visivamente non derivativo.
regia a volte troppo "preziosa"formalmente
qualche flashback
una radiografia ambulante
cameo finale
anche lui solo in un cameo
mezza inquadratura
convince a metà
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