Regia di Luigi Cozzi vedi scheda film
Divertente omaggio di Cozzi, molto personale e a basso costo, alla Space Opera d'oltreoceano.
Come si fa a seguire una storia dove uno dei protagonisti ha la faccia e le espressioni di tale Marjoe Gortner? Be', è una gran fatica, almeno nelle fasi iniziali, ma poi arrivano le battaglie stellari, il trionfo dei colori, le imprese di eroi improbabili (Gortner affiancato da una mediocre Caroline Munro, dotata però di un fisico da pin-up), che sono comunque accettabili e certo più sopportabili di gente finta che finisce su L'isola dei famosi, per citare il trash recente. Meglio cento attorini spaesati di un solo personaggio vuoto visto in certi scempi televisivi.
È una storia avventurosa che scorre via facile, in modo semplicistico e apparentemente ingenuo; con le atmosfere create dalla musica e dalle immagini torno per un attimo ai tempi dell'adolescenza, e la prospettiva ovviamente migliora; c'è poi un discreto ritmo, duelli tra astronavi che considerati i mezzi molto poveri sono ben fatti, modellini talmente originali e campati in aria da far tenerezza (o far ridere): una base spaziale che a guardarla bene sembra un mixer in valigetta, anzi credo che lo fosse realmente! Sfilano poi caccia spaziali con l'aspetto di pesci in fila indiana, astronavi intinte nel caramello (?), un veicolo spaziale con le chiavette di una chitarra (!) all'estremità, un'astronave a forma di mosca ed altre meraviglie assortite :-) Ad animare la storia troviamo personaggi da fumetto, pittoreschi a dir poco, ma che si prendono piuttosto sul serio, non c'è che dire, con un giovane David Hasselhoff che fa pure una bella figura per la sua naturalezza al cospetto dei due attori sopracitati; ad elevare la credibilità del cast e la "solennità" degli eventi (suggerita dalla bella e nostalgica colonna sonora) compare per fortuna anche Christopher Plummer nei panni dell'Imperatore.
Ciò che risalta è una storia dallo spirito semplice e positivo, con un senso più o meno cosciente del grottesco.
All'epoca tutto era percepito diversamente, e la classica lotta tra bene e male era vissuta con autentica passione dal pubblico. Un pubblico abituato a storie semplici e lineari con il respiro dell'avventura fiabesca. Sì, perché la gente era genuina, perlopiù semplice e onesta, e riusciva a divertirsi con poco.
Starcrash, pur con tutti i suoi limiti, è in definitiva un film che intrattiene divertendo, omaggio di Cozzi alla Space Opera d'oltreoceano.
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