Regia di Young-jun Kim vedi scheda film
C’erano tutte le premesse del caso per assistere ad un wuxiapian di tutto rispetto (combattimenti elaborati, obiettivi alti, ideali e sentimento), purtroppo l’assortimento non genera i risultati sperati lasciando solo qualche (breve e) piacevole sensazione e soprattutto parecchi mugugni.
Quando il regno di Balhae si trova senza sovrano, la guerriera So-ha (So-yi Yoon) si prende in carico il compito di trovare il principe da tempo scomparso che ha optato per una vita priva di responsabilità, e condurlo sano e salvo al suo importante incarico.
Sulle sue tracce c’è però anche un clan disposto a qualsiasi azione pur di evitare che ciò accada e lo stesso principe non pare intenzionato a seguirla tanto facilmente.
Avventura che vanterebbe sulla carta potenziali pregi, ma che riesce soprattutto a perdersi con una costruzione, e relative scelte a valle, che annienta ogni possibilità, o quasi, di valorizzare quelle che sarebbero le sue possibilità.
E’ infatti molto artificioso, tanto di apparire finto, senza riuscire, o maldestramente neppure volere, a creare la sana enfasi poetica del genere.
Certo, alcune coreografie sono anche elaborate pensando in grande (probabilmente troppo), ma quasi sempre mancano di leggerezza, tanto da apparire appesantite inutilmente, penso ad esempio all’esplosione dei corpi, una sorta di vilipendio.
E così la sospensione di credulità non può in alcun modo reggere (al contrario ad esempio di quanto succedeva in “La tigre e il dragone”, 2000), anche perché manca un corollario di puro fascino e poetica, sovente reale punto di forza dei migliori prodotti ascrivibili al wuxiapian.
Anche l’evoluzione del carattere del nuovo, e fin lì reietto, principe prosegue a strappi, mentre i riallacci al passato, anche questi potenzialmente intrisi di una forte dose di sentimento (vedi il finale, con tanto di aggiunta sui titoli di coda), finiscono sviliti da un registro che alterna combattimenti, e movimenti, esagerati ad innesti che finiscono con l’essere per lo più comici (e credo non per un proprio volere).
Plastificato e sprovveduto.
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