Regia di Young-jun Kim vedi scheda film
A sorpresa la Eagle butta nelle sale una pellicola sudcoreana addirittura del 2005, oltretutto un “wuxia pian” (il cappa e spada cinese), genere che i coreani sembrano aver difficoltà ad assimilare come dimostra, tra gli altri, il precedente Bichunmoo dello stesso regista, Kim Young-jun. C’è dunque da temere il peggio ma, forse anche per via di tali basse aspettative, il risultato non appare così indigesto. La vicenda è estremamente lineare: un principe esiliato e sotto mentite spoglie, si trova braccato da una banda di assassini in quanto ultimo pretendente al trono rimasto; in suo soccorso accorre un’abile e devota guerriera. Complica un poco le cose il fatto che il nobile sia assai recalcitrante all’idea di tornare a corte e assumere il potere, mentre la donna pare credere fermamente in lui. Di buono c’è poi che i combattimenti, piuttosto vari e numerosi, hanno ritmo, elaborate coreografie e non si prolungano all’infinito evitando eccessi estetizzanti. Certo la durata poteva essere contenuta, molto appare già visto e l’epilogo è di irritante retorica, ma preso come un film d’avventura senza troppe pretese regala qualche emozione. L’inseguimento è in fondo piuttosto incalzante e la riflessione sul potere e sulla violenza è un poco più problematica del solito.
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