Regia di Sarah Watt vedi scheda film
Voto: 8/10. Ancora una piacevole sorpresa proveniente direttamente (si fa per dire, visto che ha impiegato 4 anni per giungere nelle nostre sale, ma evidentemente si è perso in uno degli scali aerei…) dalla terra dei canguri. Pellicola del 2005 firmata dalla regista australiana Sarah Watt, al suo primo lungometraggio (dopo una serie di corti), narra le vite di persone qualsiasi che si intrecciano partendo da un incidente ferroviario, le cui immagini scorrono nei notiziari prima dei titoli di testa. Nick è un giornalista e gli viene diagnosticato un cancro mentre un suo collega, Andy, già padre, viene a sapere che la nuova compagna è rimasta incinta. Meryl, una pittrice, al ritorno dal funerale del padre, incontra casualmente Nick. Come si relazioneranno queste (ed altre) anime, ciascuna con i propri pensieri e problemi? Una commedia intelligente, efficace e soprattutto originale, non tanto nelle tematiche quanto nella messa in scena. Punto di forza che salta subito agli occhi il modo in cui la regista ci mostra i pensieri, come fossero dei flash, delle veloci parentesi, di due personaggi, Meryl e Nick, modo che prende spunto dalle rispettive attività lavorative: la prima mediante dei disegni che si animano, il secondo mediante fotografie e piccole sequenze di ricordi passati. Tutto questo ruota intorno ad interrogativi universali: la vita e la morte, la malattia, la felicità, i rapporti con gli altri: i pensieri che hanno i protagonisti riguardano proprio visioni di incidenti di diversa natura, ispirati a problemi personali o ad eventi di cronaca, come quello che apre il film. E’ interessante anche il modo in cui vengono seguiti gli attori (penso tutti australiani e praticamente sconosciuti), che vengono quasi accarezzati dalla macchina da presa mai invadente, come a riprendere in punta di piedi le loro azioni. Non ci sono scene madri, nessuno recita sopra le righe. Molto bella la fotografia che ci restituisce un’Australia calda ed accogliente (siamo dalle parti di Adelaide), anche se non manca una pioggia “purificatrice” che è anche una delle sequenze più emozionanti. Infine una magnifica colonna sonora, con dei pezzi che puntellano alcuni momenti chiave, lasciando, per il resto, spazio ai rumori del background.
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