Regia di Todd Phillips vedi scheda film
Un tassello mancante nel genere commedia. Innanzitutto perché è la (doverosa) versione maschile di “Sex and the city”, ossia un film che mostra apertamente (anche se qualunquisticamente) l’universo maschile nella sua falsa, ma a quanto pare condivisa stereotipizzazione. In seconda battuta perché di commedie piene di parolacce, culi e tette il cinema recente ne è pieno, per cui la presenza di un taglio narrativo alternativo (in cui i protagonisti ricostruiscono assieme allo spettatore quanto accaduto la notte precedente, di cui ritrovano i cocci senza sapere come li hanno rotti) fa di “Una notte da leoni” un’originale variabile nel filone “commedie demenziali maschio-centriche”. Il troppo poco battuto tema dell’addio al celibato è narrato partendo da un vuoto di memoria da parte dei protagonisti; una situazione inverosimile certo, ma certamente stuzzicante, che rende più originale la costruzione del film, in cui i protagonisti, quattro “tipi” statunitensi, provano a capire cosa sia successo nella notte precedente, per uno dei rari esempi di comi-thriller. Politically uncorrect ed operazione ben congegnata, con dialoghi divertenti e situazioni parossistiche che strappano più di qualche risata. Differente da altri prodotti del genere perché dietro tematiche risapute, c’è un buon lavoro di scrittura ed una struttura interessante, fatta di andirivieni tra flashback e flashward. Titoli di coda fondamentali, in cui attraverso delle istantanee, si svela l’agognato arcano. Todd Phillips inaugura un nuovo filone della commedia?
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