Regia di Carlo Lizzani vedi scheda film
L’idea da cui tutto è partito – decisamente nelle corde di Lizzani, regista sempre attento alla delinquenza come fenomeno sociale – era quella di un documentario sulla prostituzione minorile; ciò che ne è venuto poi fuori è piuttosto una fiction (scialba e spesso dai toni patetici troppo calcati) con velleità di indagine psicologica non realizzate pienamente. Lavoro un po’ troppo legato al filone poliziottesco di quel periodo, ed alla sua mano pesante, cui Lizzani peraltro aderì con alterni risultati (e che contribuì a lanciare con ottimi lavori quali Lutring o Banditi a Milano, nella seconda metà degli anni sessanta). Qualche scena di nudo assolutamente gratuita, linguaggio crudo, ma effettivamente inevitabile.
Reportage sulla prostituzione minorile, che cerca di approfondire il discorso sul piano psicologico e sociale: c’è la ragazzina povera, quella di buona famiglia, quella che lo fa per distrarsi e quella che si prostituisce per farsi un fondo-università. Attorno alle giovani ed innocenti vittime, uno scenario di sordidi personaggi dal fare malavitoso.
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