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Made in Italy

Regia di Nanni Loy vedi scheda film

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La recensione su Made in Italy

di scandoniano
7 stelle

Un ritratto “alla Nanny Loy”, sardonico e pungente, sull’Italia che esce dal boom economico e va verso la modernità. Un cast stellare per un film ad episodi in cui ad ermetici, mordaci sketch si alternano episodi più elaborati e complessi, interpretati dal gotha del cinema nostrano: Aldo Fabrizi ed il nepotismo, Walter Chiari e Lea Massari in un rapporto “moderno”, la Magnani alle prese con la modernità più becera, Peppino De Filippo (con la sempre deliziosa Tecla Scarano) bamboccione usuraio e tirchio, Manfredi e la burocrazia, Sordi e Rossella Falk in un’originale storia di corna, Spaak e il desiderio di apparenza a tutti i costi, Buzzanca e l’importanza dell’illibatezza, Virna Lisi vedova professionista, Koscina e Castelnuovo e il potere del danaro.

Tra “I mostri” di Risi e il più caustico dei film di Germi, questo “Made in Italy” risente della mano sensibile e brillante di Ettore Scola, osservatore acuto e fine delle italiche vicende, che mette a disposizione dell’urticante Nanny Loy alcune tra le più stereotipate situazioni “all’italiana”; tuttavia l’intelligenza proprio della scrittura non ne fa un quadro retorico o scontato: i vizi (tanti) e le (rarissime) virtù sono citate senza peli sulla lingua, in maniera sincera e tenendo sempre presente l’importanza della condizione economica. Il tutto con l’immancabile commento musicale di Carlo Rustichelli, sottolineatura preziosa di ogni incongruenza italiota.

Il film è incisivo e provoca più di qualche amaro sorriso; tuttavia ciò che maggiormente impressiona è il fatto che il quadro dipinto da Loy quasi cinquant’anni fa non si discosta molto da quello attuale.

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