Regia di Vittorio De Sica vedi scheda film
Il testo originale è una commedia ungherese, come a quei tempi andava di moda, firmata da Laszlo Kadar; la sceneggiatura di Ferruccio Biancini trasporta l'azione a Roma, ma non modifica granchè dell'impianto teatrale del soggetto. Così l'azione è sottoposta a schematismi abbastanza rigidi, suddivisa in pochi ambienti e a dialoghi sempre un po' sopra le righe. L'obiettivo - sottilissimo, d'altronde siamo ancora in pieno fascismo - dell'opera è, al di là della superficiale commedia sentimentale, quello di portare un accenno satirico sull'antiquato stato dell'istruzione scolastica; si può dire riuscito, ma certo la satira vera e propria è ben altra cosa. De Sica è alla sua prima regia 'solista' (l'anno precedente aveva firmato quella di Rose scarlatte insieme a Giuseppe Amato) e non sfigura affatto; davanti alla macchina da presa è sempre efficace e molto presto comincerà anche a lasciare il segno dietro ad essa. Prima prova come interprete per Carla Del Poggio, appena quindicenne (!), brava e con una bella carriera davanti. Al di là di questi innegabili pregi, Maddalena zero in condotta rimane comunque un'opera leggerina basata su un topos piuttosto classico, quello dello scambio di persona. 5/10.
Maddalena spedisce una lettera all'immaginario signor Hartmann, austriaco. Ben presto un signor Hartman (una sola enne) in carne e ossa si presenta per chiedere la sua mano. Ma la lettera è stata scritta da una professoressa un po' depressa.
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