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Case 39

Regia di Christian Alvart vedi scheda film

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La recensione su Case 39

di supadany
6 stelle

Se nell’immaginario di molti di noi il numero 17, come minimo, non porta proprio fortuna, devo dire che dopo aver visto questo film ogni volta che mi imbatterò nel numero 39 come minimo toccherò ferro (ed eviterò di adottare bambini per un po’ di tempo).

In questo film il numero in questione fa riferimento al caso di tutela dei minori che la povera Emily ( Renee Zellweger) si vede assegnato e che affronta con tanta volontà, tanto che alla fine deciderà di tenere con se la piccola sventurata Lilith (Jodelle Ferland) seviziata dai genitori per dieci anni e salvata proprio mentre stava per essere bruciata.

In realtà le cose stanno in modo ben diverso, infatti la bimba è tutt’altro che candida, così Emily, Mike (Ian McShane), il detective col quale spesso collabora e Doug (Bradley Cooper), suo amico ed anche qualcosina di più, si ritrovano in una situazione destinata a sfociare nel paranormale.

 

 

Film che lascia spiazzati, ma non solo per motivi positivi.

Partendo dagli aspetti negativi direi che la sceneggiatura è davvero farraginosa e si fa parecchia fatica a stare al gioco per quanto il filone soprannaturale richieda sempre una sorta di partecipazione più emotiva che concreta qui si esagera fin dall’inizio per cui tante dinamiche più che frutto di un ragionamento complessivo paiono scaturire estemporaneamente (comunque rimane interessante il mutamento di Emily dovuto a Lilith).

Passando invece ai pregi direi che si rileva una confezione di buona fattura tecnica, decisamente superiore alla media del genere (produzione Paramount senza troppe rinunce), mentre il livello di tensione è assolutamente garantito grazie ad alcune sequenze d’impatto (vedi l’attacco di panico di Doug, la fuga di Emily inseguita da un’immonda creatura, o il tentativo di “cuocere” la bimba nel forno), ma anche per alcuni espedienti del mestiere, quei piccoli innesti improvvisi in una situazione tranquilla (l’abbaiare di un cane, il comparire improvviso di una figura) ben inseriti di tanto in tanto.

Peccato poi per un finale che avrei visto meglio virato più sul cupo, e comunque un po’ superficiale di suo, per cui alla fine tra un “più” ed un “meno”, tra luci ed ombre (entrambe piuttosto marcate), il giudizio complessivo vira, secondo me, su una globale sufficienza.

Certo che sarebbe bastata un’aggiustatina alla storia per cavarne fuori un thriller/horror tra i migliori degli ultimi anni.

Peccato, in ogni caso si cade in piedi.

 

Christian Alvart

Riesce a creare una buona tensione e nelle scene clou dimostra pure di avere un discreto talento rappresentativo, ma al contempo non riesce ad apportare accorgimenti opportuni ad una storia che troppo spesso sbanda paurosamente.

Renée Zellweger

Per un prodotto di genere medio è una presenza importante (che sappia recitare non è in dubbio), anche se non sempre risulta credibile, più che altro per colpa altrui, ma il risultato questo è ed un pò ne viene penalizzata.

Jodelle Ferland

Volto adeguato alla situazione, non sfigura affatto.

Ian McShane

Sotto utilizzato, ma il suo contributo c'è.

Kerry O'Malley

Caratterizzazione niente male nei panni della madre del piccolo demonio.

Callum Keith Rennie

Caratterizzazione niente male nei panni del padre del piccolo demonio.

Bradley Cooper

Scaltro, piuttosto bravo nella scena che vede l'eliminazione del suo personaggio.

Per il resto il suo ruolo offre poche altre occasioni di rivalsa.

Adrian Lester

Sufficiente, parte piuttosto facilotta.

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