Regia di Christian Alvart vedi scheda film
Suvvia,qui si cerca di abusare della credulità dello spettatore.Non si cerca neanche di sorprenderlo, è tutto tremendamente chiaro fin dall'inizio.A partire dalla bambina protagonista che all'assistente sociale in carne e capelli ossigenati interpretata dalla Zellweger sembra maltrattata da genitori fuori di testa.Però se un padre e una madre decidono di fare flambè la propria figlioletta cercando di cuocerla nel forno di casa forse una ragione c'è.E la bimba si chiama pure Lilith,demone della mitologia babilonese,nonchè prima moglie di Adamo.Il film va a parare esattamente dove ci si aspetta:nel sottogenere bimbetta furetta diavoletta.Sarebbe però ingiusto fermarsi qui.Perchè se la regia non concede nessuna sorpresa,come del resto il copione ,il resto del comparto tecnico è di primissimo ordine.In alcuni momenti il montaggio riesce a elevare il livello della sequenza riuscendo perlomeno a creare quel clima ansiogeno necessario come l'aria per respirare ,la fotografia assume tonalità cupe,metalliche che all'occhio non dispiacciono.Non andiamo oltre al livello della bufala confezionata ad arte ma qualche fan forse questo film lo riuscirà a trovare.Il problema è sempre il solito:Hollywood coopta registi europei di belle speranze come il tedesco Alvart per masticarli,snaturarli e risputarli svuotati di ogni parvenza di personalità riducendoli a semplici impiegatucci capaci solo di timbrare un cartellino.Case 39 è un film impersonale,un compitino anonimo attento alla forma ma totalmente vuoto di sostanza.E per giunta uguale a tanti altri film visti negli ultimi anni.Il bambino demoniaco è sempre di moda da un pò di tempo a questa parte....
Ci sono alcune belle sequenze ma il film è troppo prevedibile
la sua carriera sembra in caduta libera
seza infamia e senza lode
non ha la faccia da poliziotto
parte in secondo piano
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