Regia di Kevin Tancharoen vedi scheda film
Dimentichiamo ciò che è stato (l’originale di Alan Parker e la serie Tv a esso ispirata), puntando solo al presente. In breve, nelle aule della School of Performing Arts di New York, ballerini, cantanti, attori e musicisti sono alla ricerca di fama e successo. E sin qui tutto bene. Mettete insieme poi: un migliaio di frasi banali, caratteri fastidiosi e inconsistenti, situazioni appena abbozzate e prive di qualsiasi intensità emotiva, piccoli video musicali slegatissimi dal resto della trama. Aggiungete all’impasto: una regia scolastica e clipparola, l’effetto Broadway di una fotografia malamente sgranata e sbizzarritevi a cercare, tra i ragazzini americani, quelli più odiosi (fateli, se non vi basta, doppiare da Karima, quella di Amici). Non era facile fare peggio di così, perdersi persino dal punto di vista cronologico, naufragare dentro il proprio merchandising. È un film, quello del ventiquattrenne regista Kevin Tancharoen - noto come “il coreografo di Britney Spears” – che fa rimpiangere il peggio di tutti i talent movie visti negli ultimi anni. Che non si parli pertanto di remake (per una volta siamo d’accordo), si preferisca la parola revival. Operazione commerciale, meglio, di quelle per nulla riuscite.
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