Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film
Questo di Fassbinder è un melodramma western, coloratissimo come un film degli anni Cinquanta (come quelli del suo amatissimo Sirk), che porta alla superficie quello che generalmente i film del periodo sopra citato lasciavano intendere con linguaggio criptato. Così, è di tutta evidenza la tara familiare che colpisce i proprietari terrieri Nicholson: il capofamiglia è un sadico che gode nel frustare i figli e tenta di far impazzire la moglie, facendole credere di essere malato e avere pochi giorni di vita ed inducendola ad aspirare all’eredità; la moglie, molto più giovane del coniuge, è una ninfomane che tenta di convincere il servo nero Whity ad uccidere il figlio maggiore; quest’ultimo è un omosessuale, represso ma non nascosto, che nelle proprie stanze si traveste da donna; il figlio minore è del tutto alienato mentalmente e forse è l’unico che non ha cattiverie nell’animo e non meriterebbe di morire. Intorno a loro si muove Whity, il servo di colore, figlio della cameriera. Quest’ultimo è dotato di una grandissima pazienza, e tuttavia anche questa ha un limite… Come in ogni tragedia che si rispetti (anche se questa è survoltata e portata spesso oltre i limiti del grottesco), non mancano le morti violente, i sotterfugi e le agnizioni.
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