Regia di Michael Bay vedi scheda film
Transformers era probabilmente il mio cartone animato preferito quando, negli anni ottanta, sono stato un bambino. Forse anche per questo attesi con una certa curiosità l'uscita del primo film della serie. Purtroppo le mie aspettative furono ampiamente disattese. Ricordo che vidi il film in DVD nel corso di una notte del 31 dicembre e, anche a causa della confusione tipica dell'evento notoriamente chiassoso, capii ben poco, venendo stordito dall'ampio ricorso degli effetti speciali e da un montaggio così serrato da non permettere neppure di gustarsi le trasformazioni (complice un regia estremamente frammentaria).
Più volte invitato da amici a vedere il secondo capitolo della serie ho comunque impiegato undici anni prima di cedere all'invito (il perché lo potrete immaginare). Mi sono pentito di questo mio atteggiamento dilatorio...? No, assolutamente. "La Vendetta del Caduto" è una rinnovata delusione. Film a dir poco indisponente, lontano anni luce dai leggendari B-Movie anni ottanta e anche dall'atmosfera del cartone. Bay e Spielberg (produttore esecutivo) cercano di fare di tutto per rendere simpatica e brillante l'operazione, ma lo fanno con un piglio farsesco che sfiora il demenziale e non si prende mai sul serio. Si vedano, a esempio, i genitori dell'eroe di turno interpretato da Leboeuf, due hippie cresciuti che si comportano da perfetti idioti, oppure "Maggiolino" (qua una Chevrolet Camaro) che si mette a piangere (con tanto di gettito di lacrime stile fontana) perché il protagonista gli rivela che non può portarlo con sé perché le matricole del college (quale lui si appresta a essere) non possono avere auto.
Stereotipati i militari, storia sciatta. 200 milioni di dollari impiegati che hanno fruttato (ma è il giusto termine?) tre razzie award, su sette nomination, quali peggior film, peggiore regia e peggior sequel. Nonostante le stroncature, ha incassato nel mondo il quadruplo del capitale speso ottenendo così discreto successo tanto da esser seguito da una lunga serie di sequel.
Personalmente i livelli dei mitici B-Movie degli anni ottanta a tema robotico, penso a Terminator e Robocop, sono lontani e figli di un approccio ben distinto rispetto alla farsa della saga Trasformers. Difficile pensare che, tra trent'anni, possa assurgere al rango di cult immortale. Quest'ultima è la grande differenza tra i prodotti di genere degli anni che furuno e i blockbuster dei tempi correnti. Necessita ricorrere a un'operazione nostalgia di recupero dello spirito perduto.
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