Regia di Michael Bay vedi scheda film
Nulla di peggio, per un film pieno di auto robot, dell’essere macchinoso. Transformers. La vendetta del caduto è una cocente delusione e conferma che Michael Bay, senza numi tutelari ad arginarlo (leggi Spielberg, qui forse solo nei titoli di testa), tende all’esagerazione molesta, ma soprattutto modesta. Shia LaBeouf va al college, Megan Fox in moto, Turturro fuori dagli apparati governativi, ma in tempi di passivi e fallimenti per l’industria automobilistica, le nostre eroiche macchine modificate (dagli alieni migliaia d’anni fa?) non conoscono crisi ma si preparano una guerra senza quartiere. Scordatevi la spensieratezza e la fluidità del primo Transformers, LaBeouf è in forma solo nel buffissimo inizio (la rivolta degli elettrodomestici), Fox cita se stessa senza eccitare più, Bay prende il film come un freddo videogioco personale dove può scatenare e soddisfare (solo) le sue fantasie cinematografiche, tra piramidi distrutte e inseguimenti fracassoni. Il cast umano è sempre più di rappresentanza, alle risate e alla sensualità si sostituisce una grigia verbosità, prodotto di una sceneggiatura mediocre e inutilmente complicata. Concilierebbe il sonno, se esplosioni e combattimenti non lo impedissero.
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