Jeanne è una scrittrice, sposata e con due bambini, inizia a vedere su di sé alcuni cambiamenti che nessun altro sembra notare. I familiari cercano di minimizzare queste paure, attribuendole allo stress lavorativo, ma Jeanne si accorge che qualcosa di profondo le sta accadendo. Seguendo le indicazioni di un fotografo conosciuto a casa della madre, si reca in Italia, alla ricerca di una donna che le è stata indicata. Là la trasformazione si compie Jeanne diviene un'altra donna, Rosa Maria: scoprirà così il segreto della sua vera identità.
Inenarrabile pastrocchio, sorretto da infiniti momenti di involontaria comicità. Lo scambio di identità, il sottotesto "spiritico" e - più in generale - l'idea stessa del film è mal risolta e mal svolta. La Bellucci è sempre graziosa è pure Sophie Marceau non scherza, ma la trama fa acqua da tutte le parti.
From Paris to Lecce sarebbe il titolo più appropriato per quest’ultima fatica di Marina De Van (e nostra, soprattutto) perché l’originale ne te retourne pas più che alludere al plot di un film au dehors de la peau, implica un sottinteso quanto garbato invito a evitare una seconda visione, essendo sufficiente la prima a sbrogliare l’enigma di una… leggi tutto
Increduli e divertiti (in effetti cosa chiedere di più a un film?) ci troviamo ad apprezzare la baldanzosa temerarietà di questa Marina de Van, che senza alcun timore mette in piedi un racconto di trasformazione/deformazione/riformazione andata e ritorno con uno stile registico-narrativo che definire camaleontico è attenuarne la definizione. Da Kieslowski a De Palma,… leggi tutto
Un thriller dell'anima,un film hitchcockiano senza delitto,un film bonuelliano con la stessa persona e due attrici diverse,un film di specchi che riflettono una verita' che cambia di volta in volta.Una donna che si inserisce in corpi diversi e destabilizza lo spettatore che viene avvolto in fantasie fantastiche.La De Van e' una regista particolare,il suo e' un cinema non facile da penetrare,ma… leggi tutto
Increduli e divertiti (in effetti cosa chiedere di più a un film?) ci troviamo ad apprezzare la baldanzosa temerarietà di questa Marina de Van, che senza alcun timore mette in piedi un racconto di trasformazione/deformazione/riformazione andata e ritorno con uno stile registico-narrativo che definire camaleontico è attenuarne la definizione. Da Kieslowski a De Palma,…
Un thriller dell'anima,un film hitchcockiano senza delitto,un film bonuelliano con la stessa persona e due attrici diverse,un film di specchi che riflettono una verita' che cambia di volta in volta.Una donna che si inserisce in corpi diversi e destabilizza lo spettatore che viene avvolto in fantasie fantastiche.La De Van e' una regista particolare,il suo e' un cinema non facile da penetrare,ma…
Dopo ottobre anche il mese di novembre si presenta carico di uscite anche se scarseggiano i titoli di gran richiamo per il pubblico in attesa delle release su… segue
Ci sono film predestinati a farsi martirizzare, ridicolizzare, insultare, magari grazie anche a qualche azzardata scelta di qualche organizzatore, forse consapevole di tutto ciò e disideroso di creare un pò di scandalo, nel presentarlo ufficialmente in qualche festival internazionale. A Cannes, se non ricordo male, in questo caso, dove successe il finimondo qualche anno fa. Non che né nostra…
From Paris to Lecce sarebbe il titolo più appropriato per quest’ultima fatica di Marina De Van (e nostra, soprattutto) perché l’originale ne te retourne pas più che alludere al plot di un film au dehors de la peau, implica un sottinteso quanto garbato invito a evitare una seconda visione, essendo sufficiente la prima a sbrogliare l’enigma di una…
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Inenarrabile pastrocchio, sorretto da infiniti momenti di involontaria comicità. Lo scambio di identità, il sottotesto "spiritico" e - più in generale - l'idea stessa del film è mal risolta e mal svolta. La Bellucci è sempre graziosa è pure Sophie Marceau non scherza, ma la trama fa acqua da tutte le parti.
commento di undying