Regia di Marco Carniti vedi scheda film
Una lente potrà proiettare marchi pubblicitari direttamente sulla Luna. Innovazione avveniristica presentata in apertura nell’opera prima di Marco Carniti. L’idea è quella di proiettare noi in un presente dal sapore prossimo venturo, una città di vetro e acciaio, agghiacciante come i rapporti che vi si consumano. È sicuramente questo microcosmo, ottimamente fotografato da Paolo Ferrari, l’elemento più interessante di Sleeping Around, che mosso dal desiderio di scandagliare la sessualità contemporanea incrocia le vite di numerosi personaggi, mettendo sul piatto dieci storie, dieci casi. Ed è qui che cominciano i problemi, nonostante la presenza di Anna Galiena e, soprattutto, Darío Grandinetti, l’indimenticabile protagonista di Parla con lei. I capitoli stentano a fondersi in una effettiva coralità, portando avanti un discorso pretenzioso che aspira a ridurre le relazioni sentimentali attuali a una sorta di piaga. Si respira una fastidiosa presunzione che condanna senza mezzi termini lo scollamento tra sesso e amore come qualcosa di immorale. Passi. Insopportabile è invece la piattezza della narrazione, che dispensa giudizi e stereotipi senza mai preoccuparsi delle nostre emozioni.
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