Regia di Ruggero Deodato vedi scheda film
Dopo il successo e le infinite polemiche di "Cannibal Holocaust" Deodato torna dietro la macchina da presa e firma un "Rape-Revenge" tesissimo, violento e con tanti colpi di scena.
Ruggero Deodato dopo il successo e il "macello" esploso con "Cannibal Holocaust" dirige questo film, da lui stesso ritenuto un'opera minore seppur sempre girato benissimo e anche questo con una forte dose di violenza.
Capiamoci, quando realizzi un film come "Cannibal Holocaust" hai praticamente raggiunto l'apice della violenza (finta ma non tanto) che in un film si può portare, è chiaro quindi che anche per lo stesso regista evidentemente sentiva che qualunque altro film avrebbe girato successivamente a "Cannibal Holocaust" non lo avrebbe soddisfatto in pieno.
"La casa sperduta nel parco" è un film nato sotto questa ottica.
Però, bisogna dire che negli ultimi anni lo stesso Deodato ha fortemente rivalutato questo film, dichiarando apertamente che il film è ben girato, ben fotografato, ben recitato e ha un ritmo perfetto. Noi gli diamo ragione ? Io personalmente penso che Deodato abbia pienamente ragione.
E' vero, si ha vedendo il film la sensazione di trovarsi di fronte ad un film dalla fotografia dal sapore molto televisivo...questo potrebbe far storcere un pò il naso...il punto è che non esiste film per la televisione (almeno in Italia) che possa "vantare" una forte dose di violenza e un sesso così esplicito e gratuito. Tutto questo porta ad una condizione di estraneamento dello spettatore.
Deodato sembra fare di tutto per non dare respiro allo spettatore, infatti secondo me è il ritmo il punto forte del film. E' perfetto in quanto il film tiene in tensione sempre, le uniche scene che possiamo definire quasi "tenere" sono per lo spettatore un sospiro di sollievo, una pausa prima di riprendere con violenze, stupri e tagli con rasoio sui corpi femminili.
Interessante anche lo sviluppo psicologico dei personaggi protagonisti della vicenda. Come qualsuno scrisse in questo film non ci sono i buoni, solo gente che apparentemente può sembrare buona o meglio ancora può sembrare buona perchè si trovano di fronte a due psicopatici sicuramente "cattivi". Ma analizzando bene il tutto, e andando a fondo capiremo che il marciume è dentro tutti...nessuno escluso.
Se in "Cannibal Holocaust" Deodato puntava il dito contro il giornalismo e contro l'informazione ecco che in "La casa sperduta nel parco" punta il dito contro due contro due classi sociali diverse tra loro. I maniaci appartenenti ad una classe sociale decisamente comune, mentre le vittime dei maniaci sono o almeno sembrano appartenere ad una classe sociale ben più distinta, a giudicare dalla casa lussuosa e con piscina dove hanno organizzato questa festa.
Due classi sociali che si scontrano e che si confrontano tra parole, sesso, violenza e sangue.
Ci sono tanti momenti forti, violenti ma allo stesso tempo anche toccanti che per un attimo ci faranno ricredere sulla crudeltà dei due maniaci...incredibile ma vero...così come ci sono dei momenti che le vittime sembrano addirittura più odiose dei maniaci stessi...quindi Deodato non è che vuole confonderci le idee, ma vuole chiarmente farci capire che la linea che passa tra queste due classi sociali è sottilissima, talmente sottile da confonderci le idee per diversi attimi.
Che dire, io Dedoato lo rispetto...mi dispiace che in Italia non lo considera praticamente nessuno mentre per fortuna nel resto del mondo è considerato giustamente un maestro nel suo genere e questo film, "La casa sperduta nel parco" è un film riuscitissimo, violento quanto basta, tieni incollati alla poltrona dall'inizio alla fine e il colpo di scena finale è un contributo in più alla riuscita del tutto.
C'è da dire anche che Deodato ha fatto recitare la parte del maniaco da David Hess, che ha recitato per Craven in "L'ultima casa a sinistra"...i bene informati sapranno sicuramente che "La casa sperduta nel parco" è praticamente "L'ultima casa a sinistra" italiano. Quindi vedere Hess recitare fondamentalmente lo stesso ruolo, diretto però da due grandi registi diversi ci fa capire ulteriormente anche la bravura che può avere un regista nella direzione degli attori.
Un film da riscoprire e vedere assolutamente.
ClintZone
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