Regia di Danilo Proietti, Massimiliano D'Epiro vedi scheda film
Generazione cresciuta a pane e fumetti. Nutella e videoclip. Ricorda il Solitudo di Pino Borselli, l’opera d’esordio di Massimiliano D’Epiro e Danilo Proietti, stessa classe, medesimi riferimenti. E Guy Ritchie e Quentin Tarantino stanno a guardare. Domini e Giona sono amici per la pelle, entrambi allo sbando, in una Roma dove tutti - almeno stando al documentario che intendono girare - fanno uso di coca. Preti, ballerine, dirigenti e spacciatori. Si pippa, si uccide, tra cinema, musica, clip e fumetto, strizzando l’occhio alla realtà. Avevano già girato un corto sull’argomento gli autori, pronti ora a fare il salto dopo un incrocio di esperienze artistiche tra le più varie. Con l’intento, ancora una volta, di fare cinema sociale, veicolare un messaggio e stimolare una riflessione. Film nel film, con videointerviste rubate negli ambienti dove realmente si consumano tonnellate di polvere bianca. Come in Sbirri, ma meglio. Molto meglio, nonostante la scarsa originalità del miscuglio, una regia e un montaggio nervosi ai quali ci siamo ormai assuefatti. Curioso il mix di attori che vanno da Primo Reggiani a Lola Ponce, da Gianmarco Tognazzi a Rita Rusic. Tutti volutamente sopra le righe.
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