Regia di Mia Hansen-Løve vedi scheda film
Subissato dai debiti, il produttore di una casa cinematografica indipendente parigina (de Lencquesaing) si suicida. La moglie (Caselli), alla quale rimangono le tre figlie da crescere, cerca di salvare l'impresa.
Ispirato alla storia vera di Humbert Balsan, Il padre dei miei figli vorrebbe essere un omaggio ala figura del "mitico" produttore transalpino da parte di una regista che deve a lui il proprio successo. La pochezza dell'opera, la ridda di clichè (a cominciare dal regista bizzarro nel quale crede soltanto il produttore), gli scantonamenti narrativi continui in direzioni pletoriche (su tutte: cosa c'entra la storia del figlio problematico avuto dall'amante?), la sfocatura totale su alcuni personaggi (a cominciare da quello del ragazzino aspirante sceneggiatore che fraternizza con una delle figlie del produttore), la recitazione da oratorio (a cominciare da quella della Caselli) sono addendi di una somma che mette in risalto l'insipienza di fondo della regista, alla quale occorrerebbe quantomeno un ripasso di film come I protagonisti e L'ultima minaccia.
Premio speciale della giuria al 62. festival di Cannes (2009) nella sezione 'Un certain regard' ex-aequo con "I gatti persiani" di Bahman Ghobadi.
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