Grégoire Canvel è un uomo felice, la vita gli sorride: una moglie che ama, tre bambini deliziosi e un lavoro che adora. Grégoire è infatti un produttore cinematografico e dedica al lavoro tutta la sua attenzione e la sua energia, ricavandone una grande soddisfazione personale. Ma piano piano le cose scivolano: l'energia diventa iperattività, la dedizione ossessione. E i troppi progetti finiscono per accavallarsi. Grégoire fa il passo più lungo della gamba, e accumula rischi, debiti, fatica. Fino a esserne sommerso.
Note
Vibra un’oggettività filmica di rara potenza nelle inquadrature della Hansen-Løve. Che sia il corpo esile di Chiara Caselli a farsi segno di questa resistenza è solo l’ulteriore indicazione della straordinaria vitalità dello sguardo della regista, un talento che nell’arco di due film e mezzo si candida sin d’ora a nome di primissimo piano del rinnovamento di un cinema francese che, pur praticando la discontinuità, si rinnova alle fonti stesse della Nouvelle Vague.
Toccante ritratto familiare che è soprattutto una lucida analisi delle dinamiche sottese alla produzione cinematografica. Ispirato alla vita di Humbert Balsan, audace finanziatore di film difficili da distribuire.
Pellicola francese interessante, anche se non mi ha convinto del tutto, scindibile in due parti, distinte e comunque complementari e con sempre un ruolo importante destinato al cinema nel cinema.
Gregoire (Luois-Do De Lencquesaing) è un produttore cinematografico con una splendida famiglia alle spalle composta dalla moglie (Chiara Caselli) e tre figlie.
I suoi affari non vanno bene, in… leggi tutto
Un produttore cinematografico sull’orlo del fallimento e tutto preso dal lavoro si uccide; la vedova (con tre figlie piccole) prende le redini della società e, prima di curarne la liquidazione, cerca di concludere i progetti ancora in corso. Narrazione lineare, anzi elementare: l’evento tragico si colloca al centro e costituisce l’acme emotivo (peraltro mostrato con la… leggi tutto
Subissato dai debiti, il produttore di una casa cinematografica indipendente parigina (de Lencquesaing) si suicida. La moglie (Caselli), alla quale rimangono le tre figlie da crescere, cerca di salvare l'impresa. Ispirato alla storia vera di Humbert Balsan, Il padre dei miei figli vorrebbe essere un omaggio ala figura del "mitico" produttore transalpino da parte di una regista che deve a lui il… leggi tutto
Un produttore cinematografico sull’orlo del fallimento e tutto preso dal lavoro si uccide; la vedova (con tre figlie piccole) prende le redini della società e, prima di curarne la liquidazione, cerca di concludere i progetti ancora in corso. Narrazione lineare, anzi elementare: l’evento tragico si colloca al centro e costituisce l’acme emotivo (peraltro mostrato con la…
Nonostante la briosita' dell'Attore protagonista e il Suo Lavoro molto inventivo e di movimento,qua manca proprio il Cast che viene supportato solo dalla nostra Chiara Caselli ormai quasi dimenticata (pare) dal Cinema Nazionale e viene sfruttata di piu' in Pellicole insipide e monocordi tipo questa che non porta nessun punto a favore della Regista che mette in visione questa strana…
Un film dei nostri giorni una crisi che si abbatte su una famiglia media francese con il fallimento di una casa di produzione cinematografica.Nulla di eclatante,ma solo un film semplice e lineare con i rapporti umani in primo piano,che coinvolge anche gli adolescenti (i figli) componenti della famiglia che perde il loro padre.Da vedere.
Pellicola francese interessante, anche se non mi ha convinto del tutto, scindibile in due parti, distinte e comunque complementari e con sempre un ruolo importante destinato al cinema nel cinema.
Gregoire (Luois-Do De Lencquesaing) è un produttore cinematografico con una splendida famiglia alle spalle composta dalla moglie (Chiara Caselli) e tre figlie.
I suoi affari non vanno bene, in…
La vicenda è una storia vera, e si vede, anche per la presenza di certi nodi narrativi o certe scelte che non si troverebbero in una trama inventata. Il tono con cui essa viene raccontata è piatto, termine che qui uso senza la sua accezione negativa. Tutti gli avvenimenti, anche quelli più drammatici vengono rappresentati senza enfasi, senza tensione che sale, senza che prima lo stile faccia…
La prima mezz'ora del film scorre via mostrandoci la vitalità, fatta di buoni motivi e d'insieme per dar un senso a ciò che ci circonda e più nel dettaglio a ciò che circonda Grègoire,onesto produttore cinematografico di medio rango,amante del buon cinema,dei geni incompresi,dell'Italia così come della sua famiglia. Il ritmo è cadenzato,senza…
Cinema cannibale, che si nutre di se stesso. Cinema che racconta il cinema, che mostra il cinema, che mostra il farsi del cinema. Storie contenute dentro a storie che parlano di storie che si riferiscono a storie....…
Quant’è noioso questo moderno “realismo” familiare. E che tedio questi drammi diluiti nella quotidianità, con i traumi che si affrontano a suon di “abbracciamoci”, “rimbocchiamoci le maniche” e, magari, “facciamoci una bella vacanza”. Questa elaborazione del lutto, del tradimento, del fallimento come missione collettiva sembra…
Sicuramente quello che colpisce di più del film è,non per essere nazionalisti, il talento di Chiara Caselli; anche l'interpretazione del protagonista non è comunque da meno. Il film non è però eccelso come lo si vuole dipingere. Di storie come questa se ne sono viste tante, ed alcune anche migliori! Comunque un film da apprezzare in alcuni passaggi.
Un bel soggetto messo in mani poco abili nella stesura della sceneggiatura. Assistiamo dopo la prima ora di buoni presupposti a uno sfilacciamento della struttura narrativa che fa davvero arrivare a non poterne più. In sala ci guardiamo perplessi...Insomma, bella l'ambientazione, buoni i proposti, ma scrittura pessima e troppa retorica!
Un argomento che mi appassiona in particolare per le vicissitudini che un produttore può avere e anzi abitualmente ha nella vita produttiva di un film. Un retroscena anche tecnico e pieno di amore per il proprio lavoro in cui lascia il cuore cercando di convivere, malamente, con gli affetti familiari. Un mixer interessante e pieno di delicatezza che, quasi documentaristicamente fa…
Se mancasse la corrente elettrica, abitassimo a lume di candela in città senza lampioni, la sera alzeremmo gli occhi a contemplare anziché la TV gli spettacolari itinerari delle stelle, fantasticheremmo e sogneremmo di più e ci accorgeremmo di quanto sia farmaco indispensabile alla salute interiore lo stimolo dell'arte nonché l'azione di chi si…
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Commenti (4) vedi tutti
Toccante ritratto familiare che è soprattutto una lucida analisi delle dinamiche sottese alla produzione cinematografica. Ispirato alla vita di Humbert Balsan, audace finanziatore di film difficili da distribuire.
commento di Leo MaltinPellicola poco attraente !
leggi la recensione completa di chribio1di una noia agghiacciante! e i doppiatori danno il colpo di grazia.
commento di VAJONTLa trama si stringe e si allarga ora contraendo ora espandendo il tempo, lo spazio, le scelte. Chi puo dire da che parte stanno il torto e la ragione?
commento di michel