Regia di Yorgos Lanthimos vedi scheda film
Un film che nei suoi eccessi non eccede mai nel voler portare a termine la propria opera di straniamento e lo fa perfettamente, un pugno nello stomaco come pochi soprattutto perché non si parla di un evento ma di una quotidianità.
La vita e le regole in una famiglia molto particolare.
All’inizio si ha quasi l’impressione che i protagonisti recitino male, sono rigidi ed esitanti mentre pronunciano parole quasi come robot chiusi nel bagno completamente inespressivi, poi la storia entra nel dettaglio della loro quotidianità e tutto si fa più chiaro.
Film bellissimo che dosa alla perfezione tutto quanto non solo in fatto di straniamento in questo clima assurdo ma anche nello spiegare alla perfezione il perché le cose vadano proprio così, come si comporta il padre in determinate situazioni e quali sono le regole di questo nucleo familiare. Tutto ha il suo peso e la sua importanza, non si pecca in niente, nemmeno nel compiacimento nel mettere in mostra le regole (o meglio, le sevizie) che questa coppia di genitori impone ai figli. Nemmeno i personaggi dei figli sono esagerati nel loro ruolo, sono credibilissimi nel loro essere folli espressioni di un’educazione fuori di testa, perfettamente resi nella loro condizione assurda.
Esplosioni di violenza improvvisa, chiari comportamenti sbagliati per eseguire regole che non esistono, disagio nel vedere certi tipi di situazioni. Per carità è un film e deve intrattenere ma questa non è solo l’esagerazione di casi che, in maniera molto meno teatrale, si manifestano realmente in certe famiglie; è un attacco ad un modello vero e proprio perché il padre nella propria dignità appare del tutto ridicolo allo spettatore che si rende conto di quanto sia semplicemente pazzo, come ridicola ora a noi sembra l’immagine di alcuni capi famiglia dei decenni passati convinti che picchiare i figli servisse a qualcosa, come ci sembrano ridicoli ora i metodi d’insegnamento assurdi che ci vengono raccontati dal passato. Ci si rende proprio conto di quanto sia stupido non tanto perché evidentemente diseducativo o moralmente sbagliato, ma per l’evidente risultato di straniamento che ha sui figli evidentemente incapaci un giorno di inserirsi nella società e consumati da una vita assurda fatta di regole che opprimono e basta.
Tutto sommato un delicatissimo pugno nello stomaco, perfetto e violento al punto giusto per lasciare il segno e per rendersi conto che la pazzia è ovunque ed in mille forme diverse, progresso e cultura non contano proprio niente, al posto di quei tre poveretti come figli poteva esserci chiunque altro, è questione di fortuna.
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