Regia di Yorgos Lanthimos vedi scheda film
Non ci sono termini di paragone per indicare questo film, non esiste in realtà un genere in cui collocarlo e non c'è nemmeno un senso preciso per ogni cosa che avviene durante l'ora e mezza di visione, per quanto l'impressione sia proprio quella che tutto possa essere coerente, stabile e persino verosimile. Un padre confina la famiglia all'interno di quattro mura, tiene tutti dentro un mondo creato da lui, in cui ogni prodotto che viene dall'esterno viene filtrato, depurato e modificato. Così è possibile che un gatto diventi un mangiatore di uomini da uccidere per difendere la propria vita, può accadere che alla domanda "cos'è uno zombie" la risposta possa essere "un fiore giallo" ed un "fica" invece una grossa lampada. Ovviamente sarà l'elemento estraneo a creare il diversivo e l'instabilità ma fin dove questo porterà non è dato saperlo esattamente. E' un film che inquieta, spiazza, incuriosisce e colpisce fin dall'inizio; un film che occorre guardare senza pregiudizi e timori di sorta perché mostra l'anima nera dei rapporti familiari, il loro lato oscuro e lo fa attraverso immagini esplicite e spesso traumatiche (senza svelare nulla a chi non l'avesse visto, il riferimento è chiaramente alla sostituta di Cristina ed alla scena finale nel bagno ma anche a tanto altro). Eppure la sensazione dominante è che questo pseudo voyeurismo non sia fine a se stesso perché fa parte di una ritualità quasi programmata e lucida, naturale, in una parola domestica. Bel film, non per tutti i palati.
Adeguata.
Vien da chiedersi se sia geniale o malato, simili dubbi di solito riguardano grandi personalità.
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