Regia di Bahman Ghobadi vedi scheda film
Questo film, per quanto modesto sul piano della ricerca ed espressione formale (struttura ripetitiva ed estetica del videoclip), rimarrà nella Storia del cinema e dell'Iran. In prospettiva, la sua valenza storica potrebbe essere, con le dovute distinzione di epoca e contesta, la stessa che rivestì "Roma Città Aperta" per il nostro Paese. In ogni caso, "Gatti Persiani" è giù un cult-movie. Un viaggio ala scoperta della musica alternativa iraniana (indie-rock, metal, folk-rock,, songwriter, rap...con tanta passione per il suono occidentale quanti richiami alle melodie mediorentali). In questa appassionata Resistenza, girata clandestinamente in uno dei Paesi più illiberali del pianeta, c'è tanta volontà di evasione da una realtà opprimente quanto amore disperato per la propria terra. La protesta, il dissenso, la disobbedienza verso l'assurdo conformismo imposto dallo Stato non passa attraverso l'insurrezione di piazza, bensì tramite la produzione e diffusione carbonara di proposte musicali capaci di far riflettere le coscienze annebbiate dai precetti dell'Islam radicale e di offrire a queste la via per una possibile liberazione. L'ideologia di questo film è assai lontana da qualsiasi forma di socialismo. Non è un film "di sinistra", come lo intendiamo noi europei. E' piuttosto un film libertario, anarchico e individualista, nel senso che il motto prevalente è quello del DIY (Do It Yourself): "You can't change the world, but you can change yourself". Cambiando la propria mentalità e il proprio modo di vivere, si fa un piccolo ma sicuro passo verso il cambiamento del mondo intero.
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