Regia di Mania Akbari vedi scheda film
Un film in cui la discussione è l'apparente movimento in una realtà ferma, il sofferto sfogo di un'evoluzione culturale destinata a rimanere una teoria imprigionata nella mente. L'emancipazione femminile nell'Iran post-khomeinista è come il desiderio di un ritorno ad una libertà intravista nel passato, e soffocata dalla restaurazione dei dogmi fondamentalisti. La verginità, l'aborto, la fedeltà coniugale ed il divorzio sono i capisaldi tematici entro cui si misura la condizione della donna che, al di là delle sfumature e dei cenni di apertura verso la modernità, appare così definita unicamente sulla base del suo rapporto con l'uomo. La "trasgressione" è, nelle parole della protagonista Mania, un'ipotesi provocatoria lanciata contro gli ottusi schematismi della tradizione; un'indagine sperimentale per sondare i limiti del suo territorio, ed un affondo intelligente e raffinato per rivendicare il suo diritto a "poter essere".
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