Regia di Pen-ek Ratanaruang vedi scheda film
Nymph. Titolo originale Nang Mei. Il nome è quello di una sorta di driade del folklore thai, una creature mitica che incarna un concetto crossculturale molto interessante, quello delle divinità-albero. Peccato che il fascino dell'opera sia molto inferiore a quello del suo titolo.
Nymph mi ha dato l'impressione di volere essere allo stesso tempo un film lento, riflessivo e simbolico ma anche di voler mettere troppa carne al fuoco nullificando la quantità di contenuti che vuole comunicare.
È un film che parla di scomparsa e di alienazione, sulla strada di quello che aveva fatto, tanti anni fa, La Trilogia dell'Incomunicabilità di Antonioni.
Una coppia in crisi composta da un fotografo e un'impiegata, una relazione extraconiugale e un campeggio nella foresta per cercare di mettere le pezze ha un rapporto che perde coesione. Lui scompare, poi ritorna cambiato ma non si sa se è veramente lui o se la foresta vuole dirci qualcosa. E le conclusioni non sembrano arrivare o forse mancano le premesse.
Quanti sbadigli.
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