Regia di George Miller vedi scheda film
L'ultimo capitolo della saga di Mad Max con protagonista Mel Gibson è a furor di popolo considerato una delusione e nonostante il budget superiore ai due precedenti capitoli investito dagli americani il film ne è nettamete inferiore a causa di uno script schematico e condito da dialoghi poco curati che lasciano troppi interrogativi nella testa del pubblico desideroso di qualche chiarimento sul come si sia giunti a questo mondo privo di civiltà ed energia, in particolar modo la seconda parte con la svolta peterpanistica dei bimbi sperduti l'ho sempre trovata soporifera e noiosa con il suo andamento balbettante che conduce a un finale ripetitivo e inutilmente spettacolare che avrei barattato come detto con qualche chiarimento dettagliato sul destino di Max e il mondo in cui si muove; e pensare che il nucleo tematico della storia è proprio questo tratto del film in cui Max viene scambiato per un messia aviatore capace di portare la nuova genrazione nelle antiche città e ricolonizzare il mondo, il regista George Miller intuì che questo spunto poteva essere la trama centrale sulla quale costruire il nuovo capitolo ma paradossalmente la prima parte in cui Max giunge nella città nel deserto dominata dalla regina Teena Turner è molto più scorrevole e sembra aprire il varco per un secondo tempo scoppiettatnte che invece non esplode affatto, in definitiva la sequenza più memorabile è lo scontro tra Max e Blaster sospesi dai cavi elastici dentro un ring/tribunale d'acciaio dove la legge si manifesta con uno scontro all'ultimo sangue.
La gabbia d'acciao sferica denominata "Thunderdome" dove avviene il duello da anche il titolo al film che si deve intendere come le avventure di Mad Max dopo aver superato la sfida a Thunderdome, questo spiega le difficoltà dei distributori italiani nel dargli un titolo soddisfacente che è invece diventato l'incomprensibile e assurdamente letterale "Oltre la sfera del tuono": MA CHE CAZZO E' LA SFERA DEL TUONO?
Le infinite possibilità interpretative della lingua inglese hanno generato un titolo che in due parole mette in luce cosa avviene nella prima parte e lascia in sospeso ciò che avverrà nella seconda ma anche qui lo script denota delle forzature e genera degli interrogativi ingiustificati almeno per il mio modo di vedere le cose: la regina Aunty non può fare a meno di Max per annientare Master Blaster? Non è lei che comanda? E Master è poi così importante per i bimbi sperduti? E' indispensabile e sufficente il suo sapere per riattivare l'energia del mondo? Ribadisco, BRUTTO SCRIPT che ha il suo apice nel particolare di continuità che come fra il primo e il secondo film caratterizza Max Rokatansky, nel primo film Max viene colpito al ginocchio e nel sequel la sua gamba è rinforzata con degli elementi di metallo, durante la storia subisce una brutta ferita all'occhio sinistro e in questo terzo capitolo la pupilla è costantemente dilatata ma è un particolare che ho rilevato solo leggendo qualche aneddoto, una cicatrice o una benda sull'occhio avrebbero reso meglio l'idea.
Un altro elemento che ha intaccato la riuscita di questo film è il cresciente disinteresse di George Miller durante la lavorazione, molti attribuiscono il tutto alla morte del suo storico collaboratore Byron Kennedy in un incidente d'elicottero avvenuto mentre effettuava dei sopralluoghi per le riprese, è per questo che il credit alla regia è condiviso con George Ogilvie che in pratica lo sostituì in corsa.
Il film è comunque notevole a livello tecnico e la regia degna dei suoi predecessori nelle tante scene d'azione, Gibson è un grande professionista e non voleva accomiatarsi dal personaggio che lo ha reso famoso con una prova incolore e nel momento in cui mostra il capello brizzolato tagliato corto è fico più che mai, la Turner è adatta al ruolo e due storici caratteristi come l'attore nano Angelo Rossitto e un irriconoscibile Frank Thring, pelato e in sovrappeso, arricchiscono il film con le loro performance, Bruce Spence ha un ruolo analogo a quello del film precedente dove pilotava un elicottero ma non è chiaro se sia lo stesso personaggio, ancora una volta bisogna dire BRUTTO SCRIPT, riguardo ai bimbi sperduti posso solo aggiungere che fanno tutti cagare come la parte del film che li vede in azione e non è un caso.
Il bellissimo brano We don't need another hero cantato con passione dalla Turner alza il punteggio finale a braccetto con un valore nostalgico che il film ha per me: mi riporta ad un pomeriggio di tanti anni fa trascorso al cinema Paradiso della mia vita, il cinema Alhambra che ora sembra aver subito lo stesso destino del mondo di Mad Max, eravamo una decina di ragazzetti tutti sulla decina che non sapevano neanche quel film fosse il terzo capitolo di una serie, mi ricordo a malapena di un paio di loro e in pratica di nessun altro riuniti in un giorno perso nel tempo in una sala buia ad osservare uno schermo gigante che a quel tempo rappresentava ancora un'attrazione e un luogo per ritrovarsi.
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