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Non è ancora domani (La pivellina)

Regia di Tizza Covi vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Non è ancora domani (La pivellina)

di alan smithee
8 stelle

Ho avuto modo di vedere questo piccolo gioiello – coproduzione austriaco-italiana di una coppia di documentaristi  gia’ piuttosto noti – alla presentazione ufficiale alla Quinzaine di Cannes  di un paio di anni orsono, durante la quale ho anche avuto anche l’opportunita’ di complimentarmi con una delle vivaci interpreti non professioniste. Dopo un lungo silenzio, una insperata e timidissima distribuzione in qualche cineclub ha permesso a questa notevole opera prima di farsi ammirare dai pochi intenditori ed appassionati.

La vicenda di una bella e vivace bimbetta ritrovata sola nei pressi di una altalena di un anonimo giardinetto di una grigia citta’ del nord Italia, ed accudita da una coloratissima ed energica “nonna” adottiva, moglie di un gestore di un piccolo circo a conduzione familiare, e’ raccontata secondo le regole piu’ rigorose del neo-neorealismo che oggi sembrava impensabile applicare in una civilta’ “matura” e smaliziata come la nostra, e si tendeva a considerare ormai piu’ solo appannaggio di civilta’ “nascenti” come quella iraniana, in linea con l’Italia del secondo conflitto mondiale e della ricostruzione tanto cari ai maestri del neorealismo italiano.

Ben presto la pargoletta diventa la mascotte del variegato gruppo di familiari, suscitando pero’ le perplessita’ sempre piu’ forti da parte del capo famiglia, immigrato dall’est europeo e preoccupato che la loro buona azione possa essere interpretata per un rapimento, magari a scopo di estorsione.

I deboli e gli emarginati spesso mostrano un cuore piu’ grande di quello che sia possibile umanamente riconoscergli, ma fanno altresi’ spesso i conti con una serie di pregiudizi immeritati frutto di un generalismo che la cronaca ci ha spinto ormai ad accettare incondizionatamente.

Al largo sentimentalismi facili e pericolosi con un soggetto del genere, protagonista assoluta e’ qui la forza della spontaneita’, che alla presa diretta cattura in modo dirompente lo spettatore. Grandi applausi in sala a Cannes, quasi un’ovazione, meritatissima che lascio’ spiazzati e commossi cast e autori, e che sembra una continuazione, un ulteriore bel finale della loro potente opera d’esordio, quasi un meritato nuovo e ancor piu’ realistico lieto fine.

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