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Polytechnique

Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film

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La recensione su Polytechnique

di mck
8 stelle

Il 6 dicembre 1989 un uomo di 25 anni, armato di carabina Ruger Mini-14 semi-automatica, compie una strage all'École Polytechnique de Montréal, la facoltà d'Ingegneria dell'Università della metropoli québécoise, selezionando le vittime in base al sesso, quello opposto. Villeneuve mette in scena il durante e il dopo. Il prima non merita attenzione.

* * * * ( * * * * ¼ ) --- 8 ( 8 ½ )

 

 

Le Monde Nous Appartient, ovvero : la Tanatosi della Ragione ( piccola catastrofe illustrata ).

Le cause, presto dette : sin da subito veniamo posti di fronte al nucleo pulsante, al cuore gelido della faccenda : nient'altro da capire, null'altro d'aggiungere : cosa vuoi comprendere o affermare.

Elementare, quasi universitario. Evidente, banale, lampante, manifesto. Eppure ''incomprensibile”, “illogico”. E (Im)Prevedibile.
Perché il valore dell'ovvio è di norma calcolato in base a quella che dovrebbe essere la misura media del buon senso espresso dall'umana società in generale e non rispetto a quella che in realtà effettivamente è in un dato punto/momento s'una curva dell'oscillazione perpetua/parametro variabile che ne sancisce il suddetto valore, altrimenti perché scrivere "il fumo nuoce gravemente alla salute" sui pacchetti di sigarette, o, sotto alle lattine di caco-cola, "attenzione: l'apertura è posta sull'altro lato" ? Il concetto è vecchio come il mondo, e proprio per questo funziona sempre, basta trovargli nuove declinazioni.  

 

"...è talmente semplice capirlo / che non so spiegarlo, / che possiamo solo complicarlo..."

[ Macromeo - "s/t" - 2005 --- Giorgio Canali & RossoFuoco - "Perle per Porci" - 2016 ]

 

[ "Polytechnique" - Denis Villeneuve - 2009; "the Limits of Control" - Jim Jarmusch - 2009; "Out 1 (Spectre)" - Jacques Rivette - 1972; "the Lady from Shanghai" - Orson Welles - 1947 ]


I. Irrappresentabile ( Guernica, I Guess ).

La cercata e voluta dicotomia dispiegata dall'impianto sceneggiativo è palese, lapalissiana, retorica ed esibita, e si manifesta susseguente a sé stessa e plurima durante il primo terzo di pellicola, massicciamente, e nei restanti due terzi, organicamente e con più eterogeneità :

da una parte i pregiudizi dell'orco sapiens alienato -[ lo spostato negletto, il fuoriuscito demente, lo stupido idiota, l'irrecuperabile ignorante, il malvagio indifferente, il misogino depresso, lo sconfitto represso, il fantasma deambulante, il negletto rifiutato che pure lui, un giorno, fu amato : la missiva che la sopravvissuta (non) invierà (forse) ai genitori di lui, ma che noi guardandola l'ascoltiamo declamare ]- perfettamente consapevole delle proprie azioni

{ o meglio, delle loro conseguenze che la società-stato da lui eretta a capro espiatorio gli riverserà addosso sentenziandone colpa, punizione e redenzione/recupero, a meno che, così come sarà, manu propria, non riserverà per sé stesso una parziale ennesima via di fuga dalla realtà ponendo in calce al gesto appena compiuto il mai troppo poco preventivo rimedio di un'autocondanna esecutiva, avendo definito per sé un percorso di non ritorno, o meglio, con un ulteriore atto egoistico oltre al dispensare morte, un salvacondotto verso l'ultima scorciatoia alla totale deresponsabilizzazione al vivere : e qui forse vi è uno degli interventi maggiori di drammatizzazione ( termine inteso nel suo senso più puro e non deleterio ) rispetto alla realtà dei fatti-così-come-si-sono-svolti da parte di Jacques Davidts, soggettista, dialoghista e principale/unico autore dello scenario definitivo [ che esce da una precedente recentissima collaborazione col regista, il corto “Next Floor”, in piena zona bunuel-fellini-ferreri, e che subito dopo creerà e scriverà, rimanendovi immerso per 8 anni (169 ep. x 21' l'uno), la serie tv “les Parent” ], con la collaborazione dello stesso Villeneuve e di Eric Leca, ovvero il momento in cui ci viene mostrato il di lì a poco pluriomicida-senza-nome ( non gli è concesso questo diritto, l'oblio è l'unica identità che gli si addice ), all'inizio, tentare di spararsi in fronte e non farcela, quand'ecco che solo la sbornia orgiastica di procurati decessi potrà consegnarli lo stimolo sufficiente : la cronaca non sa se il killer abbia o meno tentato quella mattina di porre fine alla propria vita soltanto, e, se si, cosa gli abbia fatto cambiare idea : mentre l'arte, a pieno titolo, gli conferisce anche quest'onta : la differenza tra la vita e la morte è l'accontentarsi di una fetta di pancarrè raffermo pescata in un sacchetto di plastica umidiccio invece di cucinarsi e rimestare una zuppa rimuginando meningi, prima di farl'esplodere },

riassumibili ( e riassunti ) nel delirio dogmatico e autoreferenziale ( di follia cosciente ) del ''le “femmin(ist)e” hanno già troppo pur continuando a pretendere una parità solo di comodo, irreciproca e modellata a sfavore dei masch(ilist)i''

{ che Villeneuve, seguendo la delirante e ottusa compartimentazione stagna(nte) del terrorista suicida ( ben poca differenza esiste tra l'andare a conquistare una manciata di vergini in paradiso e il raggiungere il grande nulla per la cronica mancanza di vergini sulla terra, in entrambi i casi portando con sé una manciata di ''innocenti'', a Montreal così come a Oslo/Utoya ), riporta pedissequamente con lodevole e viva remissione all'oggettività pura del documento [ la lettera (firmata) d'addio e d'intenzioni ritrovata addosso allo stragista (innominato), contrapposta alla missiva finale della stagista ( nominata, e con la piccola ipoteca/vittoria ''finale'' in tasca e in pugno rappresentata dalla lettera mai spedita/letta ai genitori di lui : questa si un'affermazione e un trionfo - temporanei, presenti, pulsanti - sul e verso il futuro ) ], sfoltendone alcune parti legate al locale contesto sociale dell'epoca ( nomi precisi, riferimenti riconoscibili ) e mostrando la devianza illogica del male, ancor più della sua banalità : quest'ultima magari è da ricercare, ergendosi a giudici armati dello scudo di niente fatto di zero ch'è il senno di poi e d'altrove, nella non-azione dei presenti, nella disarmante resa al si salvi solamente chi può },

dall'altra quelli dei volenterosi burocrati decisionali che ti sbranano discriminandoti -{ il colloquio per lo stage ad Ingegneria Meccanica : “Perché non Ingegneria Civile, signorina?” [ che, tradotto e parafrasato, diventa : "se crolla un palazzo diamo la colpa al geometra, ma se mi s'ingolfa l'F35 ( CF-18 : Boeing/McDonnell Douglas e LockHeed Martin : orizzonti di carriera stermina(n)ti davanti a sé ) sopra Barberino del Mugello l'Italia non ce li compra più" ] }-, nascondendo benevoli zanne sotto alle labbra adornate di funesti sorrisi e accondiscendendo verso la tua condizione d'insana portatrice di ovaie funzionanti e di gravi(di) desideri di prosecuzione della specie. 

 


II. Irrimediabile [ Donna Seduta con Ginocchio Sollevato ( e tacco 12 ) ].

E ancora, a proposito di retorica esibita, e non per questo meno incisiva : cosa ci fanno Pablo Picasso, Vincent Van Gogh, Gustav Klimt ed Egon Schiele riprodotti appesi in un angolo di una sala comune del (la facoltà d'Ingegneria Civile-Meccanica del) Politecnico di Montreal? Prendono le misure del mondo.

Quel che questo prudente manicheismo aiuta a sfoltire dell'eccessivo ingombro esplicativo è proprio ciò che quel carico/cargo comporta e crea : la sceneggiatura che lo mette in scena a quel modo e il montaggio che la contestualizza nella forma d'arte cinema. 

 

[ ↑↑↑ Pablo Picasso – Guernica – Olio su Tela – 1937 ↑↑↑ ----- ↓↓↓ Vincent Van Gogh – Notte Stellata – Olio su Tela – 1889; Gustav Klimt – il Bacio – Olio su Tela – 1907-'08; Egon Schiele – Donna Seduta con Ginocchio Sollevato – Carboncino, Guazzo, Gesso – 1917 ↓↓↓


Con una morale klimtiana in un mondo alla Schiele ( che da Klimt e Van Gogh prese appunti ) e solo uno spicchio, una parvenza, un accenno della frastornante speranza vangoghiana, Villeneuve sembra raccontarci aristotelicamente che senza materia non esisterebbe (in)canto : i personaggi (ethos) creano un racconto sviluppando una trama e architettando una struttura (mythos) formulando un tema e proponendo un pensiero sul mondo (dianoia) utilizzando il montaggio [ lexis : Richard Comeau ( Maelström ) ], la fotografia [ opsis : Pierre Gil ( UpSide Down ) ], la colonna sonora [ melopea : Benoît Charest ( Les triplettes de Belleville ) ] : questo è, più o meno, a volte, il Cinema, e questo è ciò che Villeneuve raggiunge in pieno con la sua ''trilogia'' personale e autonoma { i primi due lungometraggi sono altrettanto indipendenti ma meno riusciti, i successivi due forse altrettanto potenti, almeno in parte, ma risolti con più compromessi [ certe forzature di script in “Prisoners”, certa retorica piatta ( e non virulenta come in“Polytechnique” ) in “Sicario ] }.

E ancora, il sangue versato randagio che spandendosi per terra si ricongiunge indissimile. 

 

[ part./crop ( Rorschach ) ]


Due suicidi, due lettere --- "Se avrò un maschietto gli insegnerò ad amare. Se sarà una femminuccia le dirò che il mondo le appartiene" ---, due pregiudizi, due pozze di sangue.

Per non parlare delle assonanze prettamente filmiche : “Targets” - Peter Bogdanovich - 1968, “Ken Park” - Larry Clark e Edward Lachmann - 2002, “Bowling for Columbine” - Michael Moore - 2002, “Elephant” - Gus Van Sant - 2003 : non uno di questi film è ''uguale'' all'altro, eppure altrettanto fastidio che le facili comunanze mi danno i solleciti distinguo : per esempio i pedinamenti di Van Sant e Villeneuve sono similari, gli uni più fluidi gli altri più nervosi : ma questi ''come'' non vogliono dire un ''cosa'' differente, quanto un incommensurabile, irrappresentabile, inavvicinabile, incomprensibile, indicibile ''ecco''.

E…l'aver assistito a “Polytechnique” dopo “Incendies” una cosa buona l'ha prodotta : ho potuto assistere alla storia di fratello e sorella figli di Nawal Marwan senza immaginarmi Maxim Gaudette armato di fucile semi-automatico… 

 


III. Recupero [ il Bacio ( brutale ) ].

A questo punto, giunti in vista dell'8° lungometraggio ( "Story of Your Life", 2016 ) della sua carriera ( la prova del...nove sarà nel 2017-'18 con l'Untitled Blad Runner 2 Project ), si potrebbe azzardare l'ipotesi di aver trovato una costante nel cinema di Villeneuve che per l'appunto per sua natura peculiare è pure un unicum con larga possibilità di smentita o ridimensionamento, ovvero : Villeneuve sfiora il capolavoro

[ e sto parlando di "Incendies", ed in parte, in seconda istanza, di "Polytechnique" (Realtà) e di "Enemy" (Saramago) - tre film che vanno a comporre una sorta di trilogia di Cinema(tica) Brutalista, di cemento armato a vista : voluto così lecorbusierescamente in partenza ( metropoli canadesi : "Enemy" ) o così ridotto in fine dai colpi di mortaio ( città libanese : "Incendies" ), mentre in “Polytechnique” l'architettura impersonale della metropoli è addolcita e riscaldata dalla coltre di neve -, non di "Prisoners" e ancor meno di "Sicario" ]

quando la radice di partenza è solida ma conformabile [ grazie, bella scoperta, è l'ovvia obiezione : si pensi però, al contrario, cosa sono stati capaci di creare Kubrick e Welles partendo da soggetti letterari non eccelsi ( e si precisi, subito di seguito, ch'è vero pure l'esatt'opposto, basti pensare a "Storia Immortale" - Karen Blixen e "Lolita" - Vladimir Nabokov ) ],

in questo caso l'omonima opera teatrale del ''controverso'' ( questione Bertrand Cantat ) Wajdi Mouawad.

Da questo PdV ripongo enormi speranze verso "Story of Your Life", il cui soggetto omonimo, il racconto breve di Ted Chiang, è un piccolo capolavoro di hard SF speculativa, anzi un piccolo capolavoro letterario-punto. E forse, forse, il film di Villeneuve riuscirà a resistere all'adattamento-traduzione-interpretazione-traslazione operata in sede di stesura della sceneggiatura da Eric Heisserer. 

 


IV. Rimedio [ Notte Stellata ( e principio morale ) ].

Potenzialmente pari di Elon Musk, perché no?, lei in fondo non si è laureata (anche) in economia, Valérie (Karine Vanasse), a cui è affidata la grazia del proprio nome

[ come, nell'elenco finale dei morti per i colpi di fucile di Marc Lépine, questo il suo, di nome, capita alle 14 donne ( tra le quali Stéphanie, l'amica di Valérie, interpretata da Evelyne Brochu ) e 1 uomo ( Sarto Blais, Jean-François nella pellicola, interpretato da Sébastien Huberdeau ), morto in seguito, suicida ( nella realtà anche i suoi genitori, per diretta conseguenza, compirono il medesimo gesto ), per il senso di colpa dovuto al fatto di avere eseguito gli ordini armati che il perdono insanguinato e pulsante di Valérie non ha mitigato ] :

lei - il passo di una Gradiva moderna, contemporanea - è figlia del Politecnico, e madre del futuro.     

 

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