Regia di Joon-ho Bong vedi scheda film
Sud Corea. Un ragazzo(Won Bin) affetto da deficit mentale viene accusato dell’omicidio di una ragazza. La madre(Kim Hye-ja) sicura della sua innocenza tenterà in ogni modo di scagionarlo.
Bong Joon-ho mette in scena un thriller dai meccanismi sicuramente non nuovi al genere riuscendo però a non essere mai banale e scontato, mantenendo per tutta la durata del film una raffinatezza non comune
Il regista non risparmia virtuosismi rimanendo però fedele alla narrazione, la quale è caratterizzata da una buona sceneggiatura e impreziosita da un ottima messa in scena: la camera è fluida e si snoda per le vie dei quartiere, indugiando nei dettagli quando serve, ed aiutato da un formidabile montaggio, regalano all’opera gran ritmo ed originalità.
La fotografia di Hong Kyung-pyo elegante nella composizioni, cupa a tratti, con colori sempre tenui e poco saturi, arricchisce l’atmosfera del film, che va dall' essere angosciante, per via dei patimenti della madre, all’ essere intrigante per il susseguirsi degli eventi.
Infatti è difficile classificare questo film “solo” come un Thriller, perchè riesce a toccare anche il "Drama" con il particolare rapporto Madre-Figlio.
Ed un plauso và a Kim Hye-ja, intensa nel ruolo di una madre disposta a tutto per difendere il proprio figlio, tra di loro connessi da un legame particolare.
Oltre a squisiti richiami a film di genere (es. vedi Profondo Rosso), nel racconto si percepisce anche quella “indeterminatezza della verità”, tanto ben rappresentata in Rashomon, lì sempre eterea, qui concretizzata in bruciante realtà.
Voto:8.5(v.o. sub ita)
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta