Regia di Joon-ho Bong vedi scheda film
Tempi perfetti, attori superlativi: grande cinema, un cinema che disturba e che non si dimentica
Bong si conferma regista da 'circoletto rosso', costruendo un dramma interiore ed esteriore fra il nero dell'animo umano e l'asfissiante alienazione delle locations. Difficile scegliere fra i 2 elementi la direttrice principale scelta dall'autore visto che il bilanciarsi in equilibrio costante dei temi cari alla propria poetica è il segreto del suo fascino. Lo spettatore finalmente è parte attiva e non passiva del climax e soffre. Soffre perché senza i punti di riferimento certi di una 'verità' narrativa che all'improvviso muta, lascia sul campo le difese della morale per giudicare in modo più istintivo e dunque puro. Nella purezza dimentichiamo anche l'ipocrisia, una scelta può cambiare/distruggere/elevare poi c'è il dolore, la sofferenza. Mother oltre che girato alla grande, confonde le acque poco dopo averle agitate, lasciando che i dubbi emergano violentemente dopo più di un'ora di lento ma incessante lavoro ai fianchi.
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