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Madre

Regia di Joon-ho Bong vedi scheda film

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GIMON 82

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La recensione su Madre

di GIMON 82
10 stelle

Una madre e un figlio,due corpi e un "anima".......
E' un immagine cardine dell'iconografia umana e sopratutto cristiana.Il talentuoso regista Bong Joon-Ho la trasporta nella sua Corea.Miserabile,asfittica e polverosa.
Dove polizia,avvocati e giudici sono corrotti,dove le studentesse vendono il loro corpo per un pugno di riso.
E' l'iconografia d'un cinema quadrato e classico,eppure colmo di nichilismo e di umani alla deriva.Un quadro disperante che diviene oasi d'una speranza sempre viva.
Una madre,che balla e si diletta nel curare i corpi attraverso gli aghi.E' una moderna "madonna" alle soglie d'un villaggio sporco e degradato.E' il femminino d'un cinema dal taglio incisivo,che nelle inquadrature composte e grigie di miseria,diviene riflessione sul bene primario della vita.
L'amore per il figlio,incondizionato e senza reticenze,dotato d'uno sguardo devozionale.Il figlio,ovvero un pezzo di sè,lo spazio dell'animo che ti mantiene in vita.
Straordinarie le interpretazioni della madre e il figlio:Hye-ja Kim,intensa e amara,un "non-plus ultra" di "madonne" cinematografiche.Una madre dallo sguardo d'una "nostra"  Magnani pasoliniana,con la differenza dell' occhio a mandorla.
Il figlio Bin Won,ottimo nel dar vita ad un disadattato sociale,colpevole d'un omicidio "visibile" dal mondo,"invisibile" per un cuore di madre.
Il cuore è quel che porta le redini d'una regia superlativa,ispirata nel dar voce ad una tematica,che diviene un emozione "sociologica".
Bong Joon-Ho dimostra un talento incisivo,nella regia spoglia e senza fronzoli,metodica nell'intrecciare emozioni e sguardo da thriller cinematografico.
"Mother" è duro nelle immagini,a tratti crude,contrassegnate da un amore "focoso",che incendia e cancella testimonianze e prove scomode.
E' un cinema secco e istintivo, che "balla" sulle note d'un affetto primario,noncurante del mondo esterno.L'esterno è qualcosa di "finto",quasi virtuale,stampato su immagini scomode nei telefonini.Quel che conta è l'interiorita' della "Madre",il suo legame atavico ed "organico" con una creatura indifesa,in balia del cinismo altrui.
La madre di Joon-Ho si stampa nell'icona della celluloide,difende con le unghie,accudisce la sua "proprieta'",quasi reclamandone una continuita' del suo mondo...
Quel mondo coreano di fantasmi,restituito splendidamente da Joon-Ho nella fotografia grigia e "stanca" dell'esistenza.
Un vivere quotidiano continuo nell'animo d'una madre e del suo figlio.Un legame edipico urlato e a tratti imploso,caldo e pericoloso,assassino a tratti,che nonostante tutto continua a "ballare"......voto 8.

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