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Maciste nelle miniere di Re Salomone

Regia di Piero Regnoli vedi scheda film

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La recensione su Maciste nelle miniere di Re Salomone

di mm40
2 stelle

Nel cuore dell'Africa si trovano le miniere del re Salomone. La bella Fazira, con il complice Riad, si impadronisce con la forza del trono del regno e propone al forzuto Maciste di passare dalla sua parte; l'energumeno dal cuore d'oro non solo si oppone e viene perciò fatto prigioniero e torturato, ma - una volta liberatosi - decide di porre fine alla tirannide e riportare la giustizia.

Scenografie palesemente di cartapesta, costumi realizzati frettolosamente con mezzi di fortuna, interpreti raccattati fra le terze e le quarte scelte di Cinecittà: il primo vero e proprio fenomeno di 'genere' cinematografico in Italia fu quello del peplum, del film mitologico, che all'inizio degli anni Sessanta ottenne buoni se non ottimi consensi di pubblico a fronte di spese di realizzazione infime e idee non meglio qualificabili che con il medesimo aggettivo. Piero Regnoli è stato oltrettutto uno dei peggiori mestieranti della settima arte nostrana, uno sceneggiatore-regista parimenti capace di sprofondare nel trash con storie inverosimili scritte con approssimazione e rubacchiando qua e là, oppure con regie disastrose prive delle nozioni di base del mestiere. Qui, manco a dirlo, Regnoli - che si firma Martin Andrews - riveste entrambi i ruoli. L'inglese Reg Park, grosso e inespressivo a sufficienza per la parte, riveste i succinti abiti del protagonista, ma si copre di ridicolo - suo malgrado, certamente - finendo perfino a combattere con un leone palesemente drogato e stordito oltre ogni limite di decenza (oggi qualcosa di simile verrebbe punito con la scomunica immediata da parte degli animalisti); l'altra scena madre, tirata per le lunghe in maniera semplicemente ridicola, è quella che vede Maciste tirato per le braccia da svariati cavalli, che naturalmente vengono ribaltati dall'impressionante energia muscoloide del Nostro (manco sudato al termine dell'impresa, se vogliamo mettere i puntini sulle i). Insomma, siamo in pieno trash a tutti gli effetti e, per gli amanti del risibile, c'è di che godere; si segnalano fra gli altri interpreti Wandisa Guida, Giuseppe Addobbati ed Eleonora Bianchi; l'assistente alla regia è il giovanissimo Vittorio Sindoni, all'esordio, futuro autore di commediole sexy sguaiate e infine di fiction Rai buoniste per famiglie. Indubbiamente un ottimo riassunto della parabola discendente del cinema italiano nei successivi decenni. 2/10.

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