Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
Il Soderbergh che non c’è. Una produzione a basso costo che è, purtroppo, rimasta fuori dalle sale. Eppure questa docu-fiction sulla vita professionale e sentimentale di una escort ventenne, interpretata dalla pornostar Sasha Grey, è una testimonianza sensibile e sottile come un brivido a fior di pelle. Il realismo sceglie la strada dell’ammiccamento furtivo, con l’autenticità che si annida nelle frasi interrotte, nei gesti incompiuti, nelle parole che fanno fatica ad uscire, nelle allusioni ferme a mezz’aria, in un gioco caratterizzato dal fascino della discrezione e dall’effetto seducente della timidezza. Lo stesso obiettivo sembra voler rimanere in disparte, obbediente alla regola del guardare senza toccare, mentre il dramma lentamente si posa, come un’ala leggera, sul volto truccato, eppure virginale, della giovane protagonista. La sua professione è un’arte che lascia intatto il suo corpo scultoreo, però le smuove teneramente il cuore, trascinandola nel romanticismo delle alchimie astrologiche, dei silenzi di intesa, degli amori a prima vista. La sua smania di indipendenza e la sua disponibilità ad offrirsi con passione sono i due lati di una fragilità tipicamente adolescenziale, che la espone alla gelosia, all’insicurezza, al rifiuto di ogni compromesso. La sua bellezza è un tesoro su cui tutti, intorno a lei, ambiscono a mettere le mani, ma che lei non sembra in grado di amministrare in maniera accorta, e a proprio vantaggio. Essere desiderata è un sogno che la incanta, che la rapisce in un regno popolato di tanti principi azzurri, alcuni anche un po’ goffi, ma tutti presi dall’adorazione per lei. Da questo paradiso, di cui si reputa la dea sovrana, crede di poter scacciare l’unico uomo che, con le sue perversioni, ne deturpa l’armonia. Non tiene conto del fatto che questo essere dai modi ripugnanti è anche il più potente, e quindi capace, in un nonnulla, di distruggerla completamente. Questa storia, spogliata della sofisticata ambientazione newyorchese, dei riferimenti all’attuale crisi economica mondiale e al ruolo di internet nel mercato del sesso, assume, in effetti, i contorni della classica favola fuori dal tempo, costruita intorno ad una creatura meravigliosa ed ingenua, che, come Cenerentola o Biancaneve, cade vittima di un mondo invidioso, ingordo e crudele. Sul piano sociologico, invece, questa vicenda illustra la tipica genesi della figura del perdente, dell’animo generoso che si rende disponibile con tutti, ma viene schiacciato ed estromesso nel momento in cui, a torto a ragione, improvvisamente si nega.
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