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I terribili sette

Regia di Raffaello Matarazzo vedi scheda film

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La recensione su I terribili sette

di mm40
4 stelle

Sette bambini trovano per caso un neonato abbandonato. Agli zingari, poco distanti da lì, il piccolo fa gola; ai bambini farebbe invece comodo del denaro. Proprio quando l'immorale scambio sta per avvenire, spunta fuori la madre del neonato, che aveva avuto un malore momentaneo.

 

È il 1964 e il cinema italiano ha ormai attraversato il suo periodo di maggior gloria (neorealismo-neorealismo rosa-commedia all'italiana), avviandosi verso un lento e mesto declino; Raffaello Matarazzo non trova più il suo posto da ormai due decenni, da quando telefoni bianchi e melodrammoni fuori dalla realtà, i piatti forti del regista, sono diventati improvvisamente impopolari. Ed è quindi a sorpresa che il Nostro ritorna con questo I terribili 7, sua penultima pellicola, una commediola leggera, ma con personaggi, trovate e tempi giusti: tutto ciò che il pubblico da Matarazzo non si aspetterebbe. Una sceneggiatura da lui firmata con Guglielmo Santangelo e la premiata ditta Bruno Corbucci & Giovanni Grimaldi è alla base di questa brillante e rocambolesca pellicola, che fa di ritmo e ironia le sue componenti essenziali; certo, non si parla di un capolavoro irresistibile o di un'opera particolarmente significativa (gli argomenti seri vengono sempre presi con le molle, in primis quello centrale della trama: l'abbandono di un neonato), ma date le premesse e considerato l'anno di uscita, I terribili 7 risulta opera tutt'altro che disprezzabile. Nel cast compaiono numerosi caratteristi (o 'seconde linee') di valore: Riccardo Garrone, Umberto D'Orsi, Giacomo Furia, Elsa Vazzoler, Toni Ucci e Giuliana Lojodice; la parte principale del film la fanno però i ragazzini del titolo, fra i quali almeno tre (Roberto Chevalier, Massimo Giuliani e Loris Loddi) avranno una futura carriera di tutto rispetto come attori. Qualche mese più tardi, con il drammatico Amore mio, Matarazzo darà l'addio alla settima arte. 4,5/10.

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