Regia di Raffaello Matarazzo vedi scheda film
I bei film di una volta. Questa pellicola di Raffaello Matarazzo, noto per ben altri, talvolta persino troppo "pesanti" argomenti, affronta l'universo infantile con garbo e leggerezza, si insinua nelle alterne vicende del prototipo di una gang giovanile e riesce a divertire. Pecca, forse, nel divulgare una morale piuttosto succinta ed esibita grossolanamente, un inno che invita i genitori ad occuparsi maggiormente dei loro pargoli, altrimenti lasciati al proprio destino e passibili di traviamento. In ciò risulta essere alquanto antiquato, nel 1964, probabilmente, il cinema urlava e richiedeva già una certa maturità, un certo bisogno di dire, di susurrare, senza esporre lapallissianamente l'assunto.
Per il resto, (gl)i (allora) bambini sono tenerissimi, oltreché bravi (c'è anche, tra gli altri, Roberto Chevalier, in seguito celeberrimo doppiatore) e, cosa strana in progetti di tal genere, credibili, declinati al romanesco e ciascuno con una psicologia e un carattere ben distinguibili.
Nota: al termine, quando i bambini confessano d'aver venduto il neonato agli zingari e lo fanno con una naturalezza indicibile, un'innocenza oggi perduta nella società, ecco, quel momento, da solo, varrebbe una visione.
Voto. 7
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