Regia di Jeff King vedi scheda film
E’ un poliziesco d’azione cucito addosso a Steven Seagal, non è tra i peggiori e la cosa è grave perché significa che è riuscito a fare anche di peggio. La sceneggiatura ha addirittura l’ardire di porre qualche contenuto che si rifà a qualcosa di simile all’investigazione simbolica che richiede doti intellettuali che si vorrebbero attribuire al personaggio interpretato da Seagal (per l’ennesima volta detective border line, dai metodi brutali) che oltre che imbolsito, portandosi appresso una cartellina vorrebbe sembrare quasi un professore. Per svolgere approfondimenti e ricerche culturali sui simboli e linguaggi di un serial killer consulta le biblioteche invece di fare ricerche in rete, dimostrando di essere un dinosauro non solo fisicamente ma anche culturalmente: idiosincrasia coi computer? Da notare che gli autori della sceneggiatura e dei testi devono essere maschilisti se non misogini perché le parti attribuite alle protagoniste femminili, soprattutto l’agente dell’FBI con la quale la polizia avrebbe dovuto collaborare, è un concentrato di quanto di peggio si possa proiettare su una donna che svolge un ruolo per il quale si presume abbia acquisito competenze … Sulle scene d’azione stendiamo un velo pietoso, anzi una sacca da obitorio. Seagal tiene in mano la pistola come fosse una banana e pare che abbia lo stesso potenziale di fuoco in quanto a risultati, nel corso della trama sparerà centinaia di colpi, forse ne mette a segno un paio, ma non lo ricordo con precisione, il resto è rumore. Nei combattimenti poi siamo alla schizofrenia totale, in alcuni colpisce con violenti pugni gli avversari e li sbatte per decine di volte contro muri, tavolini, specchi e banconi da bar, dovrebbero avere le ossa rotte, mascelle frantumate ed organi interni ridotti a gelatina, ed invece sono sempre in piedi pimpanti pronti a continuare (come negli anni ’70 nei film con Bud Spender e Terence Hill) ed in altre scene ne abbatte tre in pochi secondi senza che questi si muovano più. Che dipenda dal suo umore? O da quello degli autori? Coerenza e congruità sotto zero. Non parliamo poi delle scene girate come fossero spot pubblicitari, forse concepiti per i fans di Seagal, stereotipi e luoghi comuni da età puberale.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta