Regia di Johnnie To vedi scheda film
Se si riesce a sorvolare sulle forzate coincidenze dello script, "Vendicami" di Johnnie To, è un gran bel film. Pieno d'idee e contaminazioni che lo rendono in primis un piacere per gli occhi e soltanto in seguito un intrattenimento per la mente. Un sussegguirsi di scene madre intervallate da brevi momenti più riflessivi in cui a tratti si riesce a sfiorare la poesia. Una storia di vendetta fra oriente ed occidente che vede un ex sicario francese con problemi di memoria giungere a Macao per vendicare l'impietoso sterminio di buona parte della sua famiglia. Un thriller elegante e raffinato, girato con stile e personalità, giocato costantemente al confine con più generi come il noir o l'action puro e che è in grado di amalgamare alla perfezione le lezioni di genere impartite da maestri come Woo e Kitano, senza dimenticare influenze western ed un gusto per la messa in scena ancora in grado di dare un senso a vocaboli fondamentali ma tendenti all'obsoleto come fotografia, scenografia e coreografia. Pellicola d'atmosfera che si dipana fra esplosivi chiari di luna, temporali urbani e rifugi in riva al mare, in cui le rese dei conti vanno oltre la quadratura del cerchio ed affondano il loro significato in parole come amicizia, riconoscenza, fedeltà, sacrificio. Poco importa se il nostro (anti)eroe arriva ad imbattersi con la sua nemesi in maniera un po' troppo fortuita, in "Vendicami" c'è comunque tanto di quel materiale filmico da farti mettere il senso in secondo piano. Perfetto Johhny Hallyday nel ruolo dell'anziano vendicatore ma il pezzo da novanta del cast rimane quel taciturno mostro di bravura che risponde al nome di Anthony Wong.
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