Regia di Johnnie To vedi scheda film
Johnnie To, mischiando straordinarie sequenze di sparatorie alla Peckinpah con intimiste scene familiari memori di Kitano, dirige un noir iperrealista e magistrale. Almeno quattro le sequenze memorabili: la ricostruzione della strage nell'abitazione della figlia del protagonista, uno stralunato e smemorato killer 'in pensione' reso molto bene da Johnny Hallyday, costruito ricorrendo al flash-back; la sparatoria notturna tra gli assassini ed i killer assoldati per vendetta da Hallyday-Costello, tutta giocata su luci ed ombre; il regolamento di conti nel palazzo, con arditi movimenti di macchina e anche una spruzzata di humour nero; ed infine il massacro finale in ralenti, dove i tre, ma uno di loro, Costello che ha perso la memoria e non può esserci, che vanno incontro al loro destino con il sorriso sulle labbra contro un'intera gang rivale, non sono altro che gli equivalenti di Pike e gli altri del 'Mucchio'
A parte Hallyday, che impersona in maniera sublime l'assassino ora datosi alla ristorazione (emblematica la scena della preparazione e del consumo del pranzo, un vero e proprio rituale) che, causa i vuoti di memoria, si segna nomi e luoghi su foto e pistole come Guy Pearce in 'Memento', da sottolineare l'immensa prova di Anthony Wong, uno dei tre killer assoldati da Costello: gli basta un movimento dello sguardo, un'alzata delle sopracciglia per essere più eloquente di mille parole.
Anche la fotografia di Cheng Siu-Keung, che dà vita a un inferno urbano chiaramente ispirato a 'Blade Runner', contribuisce ad accrescere il fascino di questo capolavoro.
Voto: 9.
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