Regia di Johnnie To vedi scheda film
Chi scrive è al suo primo To e ha poco frequentato l’Heroic Bloodshed ma abbastanza da rendersi conto che Vengeance prende le distanze dal genere made in Hong Kong, per un cinema più adulto. Qui, fortunatamente, l’amicizia virile non scade nell’infantilismo e le sparatorie sono ridotte all’essenziale. Johnnie To strabilia a livello visivo, regala squarci di cinema allo stato puro. To dimostra di saper usare magistralmente la mdp sia che debba districarsi tra angusti vicoli di Hong Kong sia che filmi en plein air battaglie campali tra balle di carta straccia o agguati notturni in boschi rischiarati da una luna Comanche. Non aggiungo nulla di nuovo se asserisco che questo film è una commistione di western, noir e hard boiled, con interpreti orientali decisamente in ruolo e quelli occidentali assai di meno. Johnny Hallyday si aggira attonito e spaesato, incapace di mutar espressione, tra Macao e Hong Kong mentre al suo personaggio gradatamente iniziano a dissolversi i ricordi. Peccato che con lo svanire della memoria del protagonista finisca per svanire anche il film, prigioniero di immagini sublimi per nulla sostenute da una sceneggiatura all’altezza. E’ proprio questo il difetto principale di Vengeance: una storia elementare e una messa in scena che non emoziona. E quando manca l’emozione, la parola capolavoro è azzardata. Il film si chiude col protagonista, ormai privo di memoria, che gioca con dei ragazzini nell’oasi di una spiaggia. Alla fine della proiezione, l’identificazione col protagonista è completa: le belle immagini di Vengeance svaniranno dalla memoria di questo spettatore, corrose dal tempo, confuse in tanto altro cinema che verrà.
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