Regia di Larry Charles vedi scheda film
Sacha Baron Cohen, col suo umorismo triviale e dissacrante, ci ha abituato a maschere efficaci, ma mai così estremi e rivoltanti come in questo “Bruno”, esperto di moda austriaco che per i suoi modi originali perde il posto di lavoro. Tutto il film serve a Bruno per trovare numerosi espedienti, tutti estremi, per finire sui giornali, diventando famoso in tutto il mondo.
Lo stile di Cohen è sempre lo stesso: si veste da personaggio istrionico e mette in atto una serie di sconcezze che farebbero allibire un serial killer maniaco sessuale xenofobo e con tendenze al cannibalismo. Stavolta vediamo pigmei che azionano macchine sodomitiche e versano lo champagne con l’ano, un pene sparato a tutto schermo, bambini comprati in Africa a buon mercato ed altre porcherie. Tuttavia lo scopo di Cohen non è quello di sconvolgere gli spettatori, bensì di far riflettere su quanto un personaggio inventato e con comportamenti estremi somigli a molte persone comuni, che nella vita si comportano in maniera altrettanto becera senza tuttavia essere tacciate (vedi l’integralista di Al Qaeda, il pubblico dello show televisivo, il club di scambisti con pornomani e ninfomani sadomaso, gli appassionati di wrestling che adorano le risse ma deprecano con forza l’amore, solo perché omosessuale)…
Clone di Borat o no, questo film si lascia apprezzare per la sua morale nascosta sotto la coltre d’immoralità e per alcune battute esilaranti. Non per tutti (vietato ai minori di 14 anni), non per gli stomaci deboli, certamente non come accompagnamento durante una cena o un pranzo.
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