Regia di Jacques Audiard vedi scheda film
Un altro grande film di Jacques Audiard: romanzo di formazione carceraria narrato con stile secco e brutale nelle scene di violenza - quella dell'iniziazione di Malik per entrare nelle grazie del boss corso è veramente per stomaci forti - con parentesi surreali ed altre, relative a due flashback, che sembrano provenire addirittura dall'immaginario tarantiniano.
L'autore, grazie ad una sceneggiatura che riesce ad amalgamare bene i vari sottotesti, conduce con mano sicura l'impianto narrativo, tenendo desta l'attenzione per l'intera durata della pellicola.
Un plauso al cast che - ad eccezione di Niels Arestrup, già visto in 'Tutti i battiti del mio cuore' - è composto da semi-esordienti, come l'eccezionale Tahar Rahim, premiato con 2 Cesar e l'Oscar europeo.
Penso che una visione in originale possa migliorare il giudizio, in quanto si sentirebbero tutte le diverse inflessioni del francese parlato dai vari clan dei carcerati, microcosmo del paese transalpino.
Voto: 8.
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