Regia di Andrea Arnold vedi scheda film
Fish tank è il secondo lungometraggio diretto dalla Arnold, già Oscar 2005 per il corto Wasp; se il precedente Red road (scritto con la premiata coppia danese Lone Scherfig / Anders Thomas Jensen) aveva lasciato una buona impressione, ecco che questa volta la Arnold si avventura in solitaria nel binomio regia e scrittura. Ed è sicuramente un'impresa riuscita positivamente: lo dimostra innanzitutto la nutrita messe di premi, per lo più ricevuti in patria, ma fra i quali primeggia senz'altro il Premio della giuria a Cannes 2009; in secondo luogo va riconosciuto alla regista il coraggio di proseguire su una strada difficile come quella dell'analisi (introspettiva) dei malesseri della società britannica contemporanea. L'introspezione proviene dall'approfondimento psicologico dei personaggi, davvero encomiabile, e dall'ottima conoscenza dei sobborghi inglesi che la regista dimostra di avere; in questo modo ne scaturisce un'opera nervosa (molta camera a mano, montaggio talvolta 'dogmatico', nell'accezione cara a un'altra accoppiata di eccellenti cineasti danesi, cioè von Trier e Vinteberg) e iperrealistica, nella quale la violenza è violenza e il linguaggio sboccato è linguaggio sboccato, senza mezzi termini o tentativi di edulcorare o insabbiare una realtà certo poco affascinante, sia in termini morali che estetici. Brava l'esordiente protagonista Katie Jarvis, appena diciottenne, e ineccepibile anche Michael Fassbender in un ruolo antipatico; rimangono qua e là incongruenze tutte da chiarire (es. che intenzioni realmente aveva Mia quando portava via la piccola figlia di Connor?) e causa qualche perplessità l'apertura finale, che 'dice e non dice': è davvero sensato (di qualche utilità, privo di retorica) lasciare il prosieguo della storia all'immaginazione dello spettatore, dopo avergli confidato con chiarezza quanta e quale brutalità si agita in questi nostri giorni? 6/10.
Mia ha 15 anni, una madre single che la maltratta - ricambiata - e una sorella più piccola con cui ha un pessimo rapporto. Mia litiga con le compagne di scuola e con chiunque le si avvicini; trova rifugio solo nel ballo hip hop. Quando conosce il nuovo fidanzato della madre, subito è repulsione; ma lui la sa incuriosire e fra i due nasce un inaspetatto rapporto di amicizia. Ovviamente destinato a non durare.
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