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Fish Tank

Regia di Andrea Arnold vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Fish Tank

di laulilla
6 stelle

Fra i Dardenne e Ken Loach, fu Premio della giuria a Cannes nel 2009 anno in cui gli fu assegnato anche il premio come miglior film Europeo dai British Independent Film Awards, che conferirono ad Andrea Arnolds e a Katie Jarvis il riconoscimento come Migliore Regista e Migliore esordiente. Del 2010 è la nomination BAFTA (Migliore film britannico).


In una degradata periferia londinese, vive Mia (Katie Jarvis), quindicenne che affronta nella più squallida solitudine la sua adolescenza.

La madre, immatura e infantile, anziché aiutarla a superare il passaggio più delicato della vita dei giovani, la sente come un peso e ne teme la concorrenza in amore, mentre la sorellina è ancora molto piccola per capirla davvero.

 

Mia, dunque, impara presto a difendersi da sola, con la spropositata aggressività che rivolge contro le amiche – che  allontana, perciò, da sé, e contro i maschi che ci provano e che costringe - a suon di botte - a precipitose ritirate.

La fanciulla ha due sogni: vorrebbe impadronirsi di una mite cavallina bianca, malata, per sottrarla alla crudele volontà di chi la vuole abbattere, e vorrebbe danzare nel mondo dello spettacolo, mettendo a frutto la grande passione, cui si era dedicata con metodo, allenandosi in vista di un’esibizione pubblica.  

Un ambiente equivoco, un mondo di presunti danzatori e di probabili squallidi profittatori, l’avrebbe indotta a fuggire.

 

 

 

 

Il film si svolge indugiando sulle vicende della ragazzina, dapprima ottenendo la nostra pietosa partecipazione.

In seguito, quando la rabbia della giovinetta sembra oltrepassare il segno e coinvolgere nella tragedia anche chi è innocente e non porta alcuna responsabilità delle sue sciagure, diventiamo coscienti che non esisterà mai per lei alcunché di diverso da un futuro incerto e marginale, poiché le mancano gli strumenti culturali minimi che le permetterebbero di viverlo secondo i suoi desideri: null’altro che una vita normale e organizzata.

Questo ci racconta la scena struggente in cui Mia, aggirandosi nella casa di Connor (Michael Fassbender) – l’irlandese, amante della madre, che aveva approfittato della sua ingenuità – posa  lo sguardo sulle pareti, gli angoli e gli oggetti, esprimendo senza parole le proprie semplici aspirazioni.

 

La regista affronta un tema non molto originale: quello dello squallore delle periferie urbane, in cui si infrangono i sogni di riscatto di un gran numero di ragazzi, che non hanno chi li ascolti e li guidi con fermezza e comprensione e, nonostante qualche lungaggine, riesce a dar vita credibile a un personaggio femminile di violenta tenerezza, ben interpretato dalla giovanissima Katie Jarvis, al suo primo film, fra i Dardenne e Ken Loach

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Recensione pubblicata su Mymovies il 

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