Regia di Andrea Arnold vedi scheda film
Nel Regno Unito appannaggio del popolo salariato che si arrabatta per arrivare a fine mese, seguiamo le vicissitudini quotidiane della bella ma scontrosa quindicenne Mia, amante della musica hip hop, ma asociale e per nulla avvezza a socializzare.
A casa le cose non vanno molto meglio, con una madre giovane e bella che tenta di rifarsi la vita con un prestante addetto alla sicurezza di un magazzino nelle adiacenze del quartiere popolare che ospita le due più una sorellina dal carattere fiero e dal turpiloquio ricorrente.
L'unico essere al quale Mia pare affezionarsi è una vecchia cavalla, custodita da due balordi fratelli a ridosso di un terreno invaso dai rifiuti.
Ma Mia è anche scorbuticamente attratta dall'affascinante nuovo fidanzato della madre, che riesce a sedurla senza correrle dietro, fino a che la situazione non finisca per esplodere in una fuga ed in un ritorno dell'uomo alla propria realtà familiare, ben diversa da quella descritta alla madre di Mia.
E quando la protagonista capirà che anche l'ammissione ad un provino di danza hip hop altro non è che un tranello per speculare sulla sua bella presenza, sarà il momento per Mia di maturare una via di fuga, come unica svolta per riuscire a togliersi di dosso quel destino scomodo ed ingrato che certo ella non si è scelta.
Giunta al suo secondo lungometraggio dopo il prestigioso premio della Giuria al 59° Festival di Cannes ottenuto con il notevole esordio di Red Road, Andrea Arnold torna in Concorso a Cannes (edizione 62) e stavolta viene nuovamente insignita del Premio della Giuria, oltre che, successivamente, del Premio BAFTA per il miglior film britannico.
Ed in affetti Fish Tank è un gran bel film che racconta con scioltezza e lasciando un largo spazio ai suoi protagonisti, le vicissitudini di chi si ritrova a vivere in una realtà sgradita che, cme quasi chiunque di noi, non ha certo potuto scegliersi, e che lo costringe a armarsi di una corazza che poi si ritrova ad ostentare anche nei confronti di chi, magari, cerca di agire in suo favore.
La Arnold cesella con cura le singole personalità che compongono un puzzle di derive umane alla ricerca di soddisfazioni anche effimere, ma vere, costrette a vivere in realtà che opprimono e costringono all'interno di barriere che paiono giganteschi acquari (da cui il titolo del film) che non prevedono cambi scenografici né di prospettive.
Bravissima la adolescente Kate Jarvis, scelta per impersonare la problematica e complessa Mia, ma pure la bella sorella-madre Kierston Wareing, conosciuta due anni prima per esser stata protagonista di In questo mondo libero di Ken Loach.
E poi c'è lui, il divo irlandese ma pure un po' tedesco Michael Fassbender, all'epoca attore e sex symbol in ascesa, perfetto per il ruolo enigmatico ed infido del conteso Connor.
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