Regia di Giacomo Gentilomo vedi scheda film
La crudele regina di Samar vessa il proprio popolo, fino all'arrivo di uno straniero forzuto e fascinoso, per cui la tiranna perde la testa. Ma si tratta di Maciste, sopraggiunto a riportare la pace nel regno.
Maciste e la regina di Samar è l'ultimo lavoro diretto da Gentilomo, che approda qui al termine di una carriera quasi trentennale equamente suddivisa fra melodrammoni e azione/cappa & spada, i due macrogeneri che - esclusa la commedia - a cavallo della seconda guerra mondiale andavano per la maggiore nel nostro cinema. Scritto da Nino Scolaro e Arpad DeRiso, si tratta di un prodottino striminzito realizzato con i soliti due soldi e con mezzi adeguatamente approssimativi, sfruttando i muscoloni del protagonista (qui è Alan Steel, all'anagrafe Sergio Ciani, che negli anni precedenti era già stato Ercole, Sansone e via dicendo) e qualche bellezza femminile, con una trama a ridosso dell'imbarazzante per semplicità e inverosimiglianza. Il nerboruto eroe al centro della storia lotta contro tutto e tutti, compreso un gorillone (palese costume da carnevale) e due pareti coperte, ciascuna, da una salva di lame appuntite che vorrebbero schiacciarlo in mezzo a loro: ma Maciste sgomina il Male e se ne fugge con la sua bella, come è prassi per questa tipologia di pellicola. Jany Clair, Anna Maria Polani, Nando Tamberlani: gli altri nomi principali sul cartellone non dicono granchè; da segnalare che Gentilomo aveva già messo in scena, tre anni prima, un Maciste contro il vampiro (insieme al giovane Sergio Corbucci). 2,5/10.
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